«La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.» Charles Bukowski
Abbiamo tutte le ragioni del mondo per affermare che chiunque, nel nome dello sviluppo, del lavoro e della produttività, crea morte è un criminale. Chiamatela ideologia, chiamatelo fanatismo, chiamatelo come vi pare, ma non dite che manca il dibattito, che manca la propositività, perché sono tutte balle deviazioniste per creare confusione.
Una di queste ragioni è espressa dal racconto sconvolgente del Dott. Giovanni Ghirga sulla contaminazione da emissioni di radiazione, al Chernobyl Day 2011 dell'Università di Chieti.
Breve filmato dell'intervento del Dr. Giovanni Ghirga (Referente ISDE -- associazione Medici per l'Ambiente) alla conferenza presso l'università di Chieti: Si fa presto a dire NUCLEARE. Conferenza sugli svantaggi dell'energia nucleare- Chieti 05.05.11 Durante il suo intervento il dr. Giovanni Ghirga ha illustrato diverse ricerche condotte nelle aree attorno alle centrali nucleari, le quali dimostrano che le emissioni di radiazioni possono causare malattie croniche al feto ed all'embrione, e predisporre al cancro, che si manifesta anche dopo 40 anni! Inoltre sia l'inquinamento chimico che le basse dosi di radiazioni hanno effetti ormonosimili sull'organismo e determinano la variazone del sesso nelle nascite.
L'evento è stato organizzato dall'Ass. Trecentosessanta Gradi e dal Comitato Universitario Chieti - 4 SI al REFERENDUM del 12/13 giugno
con la partecipazione di: RNA - Rete Nazionale antinucleare ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente GREENPEACE - Gruppo Locale Pescara
Di Tavor Blue (del 01/07/2011 @ 01:54:52, in dBlog, linkato 2045 volte)
Il ruolo di Wall Street nel traffico della droga, settore in grande espansione
Immaginatevi come avrebbero reagito se il governo messicano avesse deciso di stanziare 1,4 miliardi di dollari di sovvenzioni all'amministrazione di Barak Obama per schierare truppe statunitensi e veicoli blindati a New York, Los Angeles e Chicago al fine di condurre operazioni militari, creare posti di blocco e per essere coinvolti in sparatorie che hanno provocato la morte di 35.000 civili per le strade delle città nordamericane.
Se il governo messicano trattasse in questo modo gli Stati Uniti, lo considererebbero amico o nemico?
Questo è esattamente il modo in cui gli Stati Uniti trattano il Messico, ed è così fin dal 2006.
La politica messicana degli Stati Uniti - l'Iniziativa Merida - è un incubo.
Ha minato la sovranità del Messico, ha corrotto il sistema politico ed ha militarizzato il paese. Il risultato è stata la morte violenta di migliaia di civili, per lo più poveri.
Ma Washington, finché vende sempre più armi, non è per nulla interessato ai "danni collaterali", poiché così rafforza il proprio sistema di libero commercio riciclando nelle grandi banche i profitti sempre più elevati del commercio della droga. In questo modo tutto è più semplice.
Esiste un altro modo di dare dignità a questa carneficina se non chiamandola "guerra alla droga"?
Non ha senso.
Quello che vediamo è una grande opportunità per le grandi imprese, la finanza e i servizi segreti statunitensi di prendere il potere. Tutto quello che fa Obama è occuparsi delle vendite all'asta, perché - non a caso - le cose sono decisamente peggiorate con la sua amministrazione.
Obama non solo ha aumentato i finanziamenti del Plan Mexico (noto anche come Merida), ma ha moltiplicato lo schieramento degli agenti statunitensi che lavorano in segreto, mentre i droni svolgono il lavoro di sorveglianza.
Lo capite?
Non si tratta di una piccola retata antidroga, è un altro capitolo della Guerra Nordamericana contro la Civiltà.
È un altro capitolo della Guerra Nordamericana contro la Civiltà.
Qui riporto un estratto di un articolo del CounterPunch scritto da Laura Carlsen che svela una parte dello scenario: "La guerra alla droga è diventata il principale veicolo di militarizzazione dell'America Latina.
Un mezzo finanziato e promosso dal governo degli Stati Uniti e alimentato da una combinazione di falsa morale, ipocrisia e paura.
La cosiddetta guerra alla droga in realtà è una guerra contro le persone, soprattutto contro i giovani, le donne, i popoli indigeni e i dissidenti.
La guerra alla droga è diventata per il Pentagono un'importante forma di controllo e di occupazione di paesi a spese di intere società e molte, molte vite".
"La militarizzazione in nome della guerra alla droga sta avvenendo più rapidamente e meticolosamente di quanto la maggioranza di noi avevano previsto con la venuta dell'amministrazione Obama.
sta avvenendo più rapidamente e meticolosamente di quanto la maggioranza di noi avevano previsto con la venuta dell'amministrazione Obama.
L'accordo di creare basi militari in Colombia, successivamente sospeso, è stato uno dei segnali di tale strategia.
Abbiamo già assistito al prolungamento indefinito dell'Iniziativa Merida in Messico, in America Centrale, e purtroppo anche l'invio di cannoniere in Costa Rica, nazione con una storia di pace e senza alcun esercito ... "
"L'Iniziativa Merida finanzia gli interessi statunitensi per addestrare le forze di sicurezza, fornendo tecnologia di intelligence e militare, consiglia sulle riforme della giustizia e del sistema penale e promuove i diritti umani, tutto questo in Messico". ("La guerra alla droga non può essere migliorata, si può solo concludere" Laura Carlsen, L'impressione diffusa è quella che Obama stia facendo tutto il possibile per trasformare il Messico in una dittatura militare, che è proprio ciò che sta facendo.
Il Plan Mexico è un inganno che nasconde il vero obiettivo dell'amministrazione, che è quello di garantire che i benefici del narcotraffico finiscano nelle tasche giuste.
Si tratta di questo, di moltissimo denaro.
Ed è questo che ha incrementato il numero delle vittime, mentre la credibilità del governo messicano è caduta come non mai negli ultimi decenni.
La politica degli Stati Uniti ha trasformato vaste aree del Paese in campi di sterminio e la situazione non fa che peggiorare. Si guardi l'intervista a Charles Bowden ***, che descrive la vita delle persone che vivono nel Ground Zero della guerra alla droga in Messico, Ciudad Juarez: "Questo accade in una città dove la gente a volte vive in scatole di cartone.
Nell'ultimo anno hanno chiuso 10mila imprese, gettando la spugna.
Da 30 a 60mila persone, soprattutto i ricchi, si sono trasferiti a El Paso, dall'altra parte del fiume, per ragioni di sicurezza, e tra loro anche il sindaco di Juarez, che preferisce scappare per dormire a El Paso. Il direttore del giornale locale vive anche lui a El Paso. Tra 100mila e 400mila persone hanno semplicemente lasciato la città.
Gran parte del problema è economico e non legato semplicemente alla violenza.
Durante questa recessione sono andati persi almeno 100mila posti di lavoro nelle aziende sul confine a causa della concorrenza asiatica. Le stime quantificano il numero delle bande delinquenti tra le 500 e 900".
"Ma ciò che abbiamo sono 10mila soldati delle truppe federali e agenti della polizia federale per tutta la città.
Una città in cui nessuno esce di notte, in cui tutte le piccole imprese pagano estorsioni, dove l'anno scorso sono state ufficialmente rubate 20mila auto, dove l'anno scorso sono state ufficialmente uccise più di 2.600 persone, dove nessuno segue le tracce delle persone sequestrate e che non tornano, dove nessuno conta la gente sepolta in cimiteri segreti dai quali, senza decoro, ogni tanto vengono fuori da qualche scavo.
Quello che abbiamo è un disastro ed un milione di persone troppo povere per poter fuggire, intrappolate. La città è questo". Questo non ha nulla a che fare con la droga; si tratta di una politica estera folle che sostiene eserciti delegati ad imporre l'ordine attraverso la repressione e la militarizzazione dello stato di polizia.Clicca qui per approfondire
Si tratta di espandere il potere nordamericano e di ingrassare i profitti di Wall Street.
Guardiamo qualche semplice dato fornito da Lawrence M. Vance alla Future of Freedom Foundation: "Un numero imprecisato di agenti di polizia degli Stati Uniti lavorano in Messico (...) La DEA ha più di 60 agenti in Messico.
A loro si sommano altri 40 agenti di Immigrazione e Dogana, 20 assistenti del Commissariato di Polizia e 18 agenti del dipartimento di alcol, tabacco, armi da fuoco ed esplosivi, più altri agenti dell'FBI, del servizio dei cittadini, della dogana e protezione della frontiera, dei servizi segreti, guardiacoste e dell'agenzia di sicurezza del trasporto.
Il Dipartimento di Stato mantiene anche una Sezione Narcotici. Gli Stati Uniti hanno inoltre fornito elicotteri, cani antidroga e unità di poligrafi per lo screening delle agenzie candidate a far parte delle forze dell'ordine". ).
anche una Sezione Narcotici. Gli Stati Uniti hanno inoltre fornito elicotteri, cani antidroga e unità di poligrafi per lo screening delle agenzie candidate a far parte delle forze dell'ordine". ).
"I droni" USA spiano i nascondigli dei cartelli e i sistemi elettronici nordamericani individuano con esattezza le automobili e controllano i telefoni dei sospettati. Agenti statunitensi seguono le piste, localizzano le telefonate, leggono le e-mail, studiano modelli di comportamento, seguono le rotte del contrabbando ed elaborano dati sui trafficanti di droga, sui responsabili del riciclaggio di denaro sporco e dei capi dei cartelli.
e i sistemi elettronici nordamericani individuano con esattezza le automobili e controllano i telefoni dei sospettati. Agenti statunitensi seguono le piste, localizzano le telefonate, leggono le e-mail, studiano modelli di comportamento, seguono le rotte del contrabbando ed elaborano dati sui trafficanti di droga, sui responsabili del riciclaggio di denaro sporco e dei capi dei cartelli.
Secondo un ex procuratore antidroga messicano, gli agenti statunitensi in Messico non hanno limiti imposti dalla legge statunitense, purché non si trovino in territorio nordamericano e non colpiscano cittadini statunitensi ("Perché gli Stati Uniti fanno la guerra alla droga in Messico?"
Laurence M. Vance: Questa non è politica estera, è un'altra occupazione nordamericana.
E indovinate chi fa grandi profitti con questa piccola e miserabile truffa?
Wall Street. E' una splendida sintesi degli obiettivi che stanno configurando questa politica: Di questo si tratta: le grandi banche si avvantaggiano come fanno sempre.
Diamo un'occhiata a questo passaggio tratto da un articolo di James Petras intitolato "Come i profitti della droga hanno salvato il capitalismo" pubblicato su "Mentre il Pentagono arma il governo messicano e la DEA statunitense (Drug Enforcement Agency, l'agenzia antidroga) mette in pratica la soluzione militare, le più grosse banche degli Stati Uniti ricevono, lavano e trasferiscono centinaia di miliardi di dollari sui conti dei signori della droga, che acquistano così armi moderne, pagano privati eserciti di assassini e corrompono un numero imprecisato di funzionari che dovrebbero far rispettare le leggi su entrambi i lati del confine ... " 11 maggio 2011).
Tutte le principali banche nordamericane sono partner finanziari attivi con i cartelli assassini della droga."I profitti della droga, in modo elementare, provengono dalla capacità dei cartelli di riciclare e trasferire miliardi di dollari al sistema bancario statunitense.
La scala e la portata dell' alleanza tra il settore bancario statunitense ed i cartelli della droga va al di là di ogni altra attività del sistema bancario privato nordamericano. Secondo i dati del Dipartimento di Giustizia USA, una sola banca, la Wachovia Bank (ora di proprietà di Wells Fargo), riciclò tra il 1° maggio 2004 ed il 31 maggio 2007, ben 378.300 milioni di dollari "Se le grandi banche Usa sono gli strumenti finanziari che permettono le operazioni degli imperi multimilionari della droga, la Casa Bianca, il Congresso USA e le forze dell'ordine, sono i protettori fondamentali di queste banche (...) Il riciclaggio dei narcodollari è una delle fonti più redditizie per Wall Street, le banche applicano incredibili commissioni per il trasferimento dei profitti della droga, che a sua volta vengono prestati ad istituti di credito a tassi di interesse molto più alto di quello che pagano - se li pagano - ai depositanti dei trafficanti di droga.
Inondati dai profitti provenienti dal riciclaggio, questi titani statunitensi della finanza mondiale, possono così agevolmente comprare i funzionari eletti affinché perpetuino il sistema.
Questi titani statunitensi della finanza mondiale, possono così agevolmente comprare i funzionari eletti affinché perpetuino il sistema.
("Come i profitti della droga hanno salvato il capitalismo", James Petras, Lo ripetiamo: "Tutte le principali banche nordamericane sono partner finanziari attivi con i cartelli assassini della droga....".
La guerra alla droga è una frode.
Questo non ha nulla a che vedere con la proibizione, ha a che fare con il controllo. Washington ci mette la forza per consentire alle banche di prenderne una buona fetta. Una mano lava l'altra, proprio come la Mafia. * Mike Whitney da http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=4250
"Nuovo Ordine Mondiale" tra ufologia, scie chimiche, islamo nazismo di ritorno. Gli sbraghi sulla rete.
Si svegliano una mattina e scoprono il "signoraggio bancario"... le banche, l'usura... i capitalisti "cattivi" (ma solo fino ad un certo punto...) citano Marx finché gli conviene ma poi sbrodolano nel negazionismo filo nazista e nell'islamo nazismo aggrappandosi dove possono e cercando di spacciare,in conclusione ed in fin dei conti...un "capitalismo dal volto umano"...
Lo sbrago del condimento continua poi col complottismo ebraico universale, tanto per ritornare agli anni 30..., all'ufologia alla massoneria rettiliana, la congiura semita dei Pokemon... fino ad imperversare con le scie chimiche.
Riscoprono il fascismo della "sovranità monetaria"come soluzione buona a tutti gli usi... e se critichi sei unagente pagato dalle bancheo dalla congiura "giudaico marxista"...
E... tra unascia chimicae l'altra portano ad ignorare le vere scie chimiche... quelle dell'Ilva di Taranto, dell'Enichem di PriolooManfredoniao deldisastrodiPorto Margheraper non parlare di tutto il resto della fogna produttiva che per loro non sarà mai prioritaria... visto il ruolo che si danno.
Sono stati capaci di fare deviazionismo con le scie chimiche anche quando è esploso lo scandalo dei rifiuti tossici in Campania... che dire... la schizofrenia ha un suo ruolo ormai politico.
Parlano di informazione e disinformazione lì dove gli "informati" (dell'ultim'ora...) sarebbero loro mentre tutti gli altri sarebbero i "disinformati". Ma sonoi più grandi mistificatori del Capitale.Apologeti in quanto taliaddirittura deldenaroe della sua perversa funzione storica, nonché del mercato e di quanto più vigliacco la degenerazione umana sia stata in grado di produrre.
Esisterebbe "la moneta buona che scaccia quella cattiva"... magari all'abruzzese... con tonicino di protezionismo o una bella catena di sant'antonio... dal volto umano... perché le altre sono frutto della congiura degli "Giudei"...
Ma da dove esce tutta questa fogna?
I sinistronzi, lasciamo perdere la casta corrotta e i mantenuti del protagonismo politico..., pensiamo ai servi ed ai gregari.Si sono fatti sovrastare su tutto(ammesso ma non concesso che abbiano mai avuto un ruolo per il cambiamento).
In nome delconcretismo BOTTEGAIOofanatico(almeno i primi ci guadagnano qualcosa...) hanno lasciato a Berlusconi perfino la parola "libertà", in nome diromanticismischizoidi, anti internazionalisti..., da Khomeini ad Hamas... oggi hanno abbandonato - VIGLIACCAMENTE il proletariato e sottoproletariato urbano ed ogni resistenza alla progressiva erosione di salari e diritti sul lavoro.
Lasciando libero campo a fascisti e neo nazisti.
I nazisti si sono fatti più furbi.
"Concretisticamente" sono andati ad occupare tutti i campi dove la vigliaccheria sinistronza dei "figli della borghesia coi sensi di colpa" si è mostrata sempre piùLatitantein nome del "concretismo" opportunista o diromanticismi schizoidi da birreria.
Sono capaci di parlare, ormai, in modo vincente ed efficace a più livelli.
Essi parlano a proletari e sottoproletari in un modo.
Ai ceti medi in un altro.
Ai livelli più alti in un altro ancora...anche perché ne devono poi rispondere...
Così.
Se mentre al potenziale Pietro Maso... di periferia... parlano incitando all'odio verso lo straniero e l'immigrato, facendoterrorismo vero.
Al lavoratore offrono solidarietà sgualdrina e nazional protezionistica.
Alla casalinga o al mantenuto innescano il terrorismo dellasicurezza, con qualche venatura social cattolica e moralista edurlando al pericolo"islamico".
Ma a livello intellettualoide, di università, di proselitismo da COVO bombarolo ed editoriale... l'islamicolo elogiano.
Ricordiamo che a fine anni sessanta... la solidarietà all'OLPnonfu certo introdotta da operai e proletari emen che maidai "figli della borghesia con i sensi di colpa" politicanti ed aspiranti puttane in carriera della sinistra e manco dalle "spille nel naso".
La solidarietà al movimento palestinese è stata introdotta in Italia dalle più emblematiche figure del neonazismoitaliano.
Fino a prova contraria.
Manonsi può fare nulla per dimostrare il contrario.Fate tutte le verifiche che volete.
Poi tra uno spinello e l'altro... ne hanno imboccato la sinistra...
E non v'è Nulla di contraddittorio in tutto questo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale l'alleanza tra mondo islamico e nazismo (ed anche fascismo italiano) fu la GRANDE Novità. Un fatto emblematico prima ancora che undato di fattostorico.
I tedeschi consideravano gli islamici bosniaci più affidabili dei coglioni italiani nei massacri dei Balcani e della Campagna di Russia.Ed avevano ragione.
Tanto che. Sul finire della guerra... gli jugoslavi di Tito NON l'hanno dimenticato.
I serbi stessi appena hannopotuto fare a meno della moderazione socialdemocratica... diunità nazionale...hanno sfogato una resa di conti da far tremare il più aguzzino dei macellai islamo-nazisti di mezzo secolo prima.
Questo leKeffieche solidarizzavano con Milosevic... non lo hanno considerato. O non gli torna comodo riconoscerlo.
Ai livelli più altisi offrono poi come garanzia per l'ordine pubblico. In difesa dell'ordine sociale esistente, per la salvezza del mercato e di lotta al "comunismo". Con il tutto che si traduce nella gestione politica. E per poter arrivare alla gestione politica occorre dare garanzie allaCLASSE dominante. Quindi alle stesse Banche, alle plutocrazie industriali ed alle multinazionali stesse.
Esattamente il contrario di quanto si proselita ai livelli degli "Inferiori".
Strategicamente è anchecorretto. Storicamente...È di E$$i la rivincita.
Il Trattato di Non Proliferazione (TNP) fu sottoscritto il 1 luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970.
Il TNP vieta(va) agli stati firmatari, che non dispongono di armi nucleari, di ricevere o fabbricare simili armamenti ed altresì vieta(va), (ma forse è meglio parlare all'imperfetto) agli stati "nuclearizzati" firmatari, di cedere agli stati "innocenti" armi nucleari o tecnologie di tale portata. Il fine di questo trattato avrebbe dovuto portare, nel lungo termine, all'assenza di conflitti su scala mondiale.
Il trattato di non-proliferazione si basa su tre principi:
1. non-proliferazione
2. disarmo
3. diritto all’utilizzo pacifico della tecnologia nucleare
Questo terzo punto è indubbiamente riferito alla costruzione di centrali nucleari, ma non può esistere un utilizzo pacifico laddove morte, malattie e disastri ambientali ne sono le conseguenze tangibili. L'applicazione pacifica altro non è che fumo negli occhi, un' escamotage per eludere un trattato fatto solo ad uso e consumo dei forti poteri internazionali..è sufficiente dare uno sguardo a ciò che oggi accade nel pianeta.
In base a questo trattato l’Italia non dovrebbe avere nel proprio territorio testate nucleari, ma non è così: in Italia ci sono ben 90 bombe nucleari.
Di nonukes (del 03/07/2011 @ 13:59:29, in dBlog, linkato 1965 volte)
RNA Comunicato Ufficiale: INVITIAMO LE "AGENDE ROSSE" A PRENDERE ufficialmente LE DISTANZE DALLE FORZE DELL'ORDINE:
per i massacri di Val Di Susa e da ciò che rappresentano anche in termini di "Mandato della Magistratura": Da $empre, schierata ora con quella... ora con quell'altra COSCA DI MERCATO. Saranno Pure i "Vostri Ragazzi"... NON certo i Nostri.
Di nonukes (del 04/07/2011 @ 13:21:14, in dBlog, linkato 2037 volte)
FLAMANVILLE: LA MORTE DI "QUARTA GENERAZIONE".
Nello scorso Febbraio un’inchiesta di France Soire svelava i retroscena sullo sfruttamento dei lavoratori, di inefficienza e di cupidigia dietro i lavori della nuova centrale in Normandia in cui vi è direttamente coinvolta anche ENEL. EPR, lo stesso modello che l’attuale governo e la solita coltre di interessi criminali che spingono per il nucleare volevano importare anche in Italia prima del Referendum.
Sono cominciate a trapelare le notizie delle prime vittime (quando sono trapelate...). Infortuni nascosti e celati dalla tipica riservatezza mafiosa del "Fare Azienda"...
Era quindi già risaputo che un terzo dei 3.200 operai impiegati presso il cantiere della nuova centrale nucleare di Flamanville, nella Bassa Normandia, era composto da persone immigrate, soprattutto da Romania e Bulgaria. Tenuti da tempo in una situazione di semi-schiavitù, gli operai avevano iniziato a lamentare condizioni ed orari di lavoro inaccettabili persino per chi è abituato ai turni ed ai ritmi più duri.
Emergevano quindi casi di morti e ferimenti sul lavoro, spesso occultati dalle logiche di mercato di "chi fa impresa".
Oggi finalmente interviene la magistratura... e sul percorso già "travagliato" dell'EPR e di quel nucleare di "quarta generazione" (che piace tanto anche ai nostri Bersani... ma mai sotto elezioni...) noto come la piu' colabrodesca delle tecnologie, dalla Finlandia alla Francia, potrebbe cadere un macigno irreversibile.
L’11 giugno scorso si è sfracellato al suolo un tecnico al lavoro a Flamanville, dopo un "salto" di una decina di metri, nel cantiere dell’Epr
Qualche giorno dopo, invece, un altro lavoratore di Areva, è morto di notte all'uscita dal turno mentre tornava a casa. Aveva 29 anni.
Il 24 gennaio scorso era stata la volta di un lavoratore interinale, impiegato momentaneamente dalla Norméntal, aveva 37 anni, padre di tre figli. Era uno dei cosiddetti «nomadi» del nucleare francese, personale occupato con contratti a breve o brevissimo termine per i cosiddetti lavori «sporchi» da effettuare per il mantenimento delle centrali o per la loro costruzione. Ma andando indietro nel tempo... altri morti, fra cui interinali... mentre i feriti non si contano.
Il Nucleare di "Quarta Generazione" che uccide ancor prima di entrare in funzione....
Arriva così oggi l'inchiesta della Magistratura francese con una udienza preliminare per il lavoro clandestino per il particolare gruppo Bouygues. [Fonte France3]
Una udienza preliminare per il lavoro clandestino per gruppo Bouygues.
Il procuratore di Cherbourg, Eric Bouillard, inizia quindi ad occuparsi della questione, riprendendo i sospetti sul lavoro clandestino della ASN e Urssaf.
Già Lunedi 27 giugno l'ASN aveva comunicato di aver scoperto che vi sono state irregolarità nel lavoro dei dipendenti della Bouygues Atlanco che aveva quindi violato il suo contratto con l'agenzia di lavoro interinale con sede a Cipro. Questi si fanno le sedi a Cipro... per svicolare ogni normativa... Sul suo sito web, Atlanco si vende come uazienda esperta in "soluzioni per il lavoro a progetti di rilevanza europea" grazie al "reclutamento di nuove funzionalità in paesi come Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Romania e Slovacchia ".
Questa è la quarta indagine preliminare condotta dai pubblici ministeri da Cherbourg sul sito del EPR.
La prima è stato aperta per omicidio colposo in seguito alla morte di un interinale di 37 anni impiegato da Normetal (metallurgia) dopo una caduta mortale in cantiere il 24 gennaio.
La seconda è iniziata dopo la morte di un dirigente di 32 anni, dipendente di Endel (manutenzione).
La terza inchiesta è stata aperta a fine Giugno dall'ASN dopo la scoperta di un infortunio occultato.
Venerdì 1 luglio, dopo le rivelazioni della NSA, tre eurodeputati di area democratica socialista, un tedesco, Jutta Steinruck, e due francesi Pervenche Berès Grelier e Estelle, si sono precipitati a Flamanville.
"Il governo francese non ha nemmeno la cura di verificare se Atlanco aveva pagato le tasse dovute. Glielo abbiamo chiesto questa mattina e ci hanno detto che questo sarebbe stato esaminato nel pomeriggio"... ha rivelato la signora Grelier ai giornalisti dopo l'ispezione.
Ora l'indagine è affidata all'Ufficio Centrale per la lotta al lavoro illegale.
COMUNICATO STAMPA 4 LUGLIO 2011 L’llva resta la maggiore responsabile delle emissioni di IPA e continua ad emettere diossine superando i limiti imposti dalla Legge Regionale.
Oggi siamo giunti al valore medio di 0.70 ng/m3, una ulteriore conferma della inefficienza dei sistemi applicati per ridurre le emissioni di diossine e della totale inadeguatezza della Legge Regionale a garantire giustizia in caso di superamento dei limiti imposti.
La Commissione europea ha intimato a 12 Stati membri, fra cui l'Italia, di recepire entro due mesi le norme Ue che stabiliscono sanzioni penali contro i responsabili di reati ambientali in generale, e quelle specifiche sull'inquinamento marino.
L'Esecutivo comunitario potrà ricorrere in Corte Ue di giustizia contro gli Stati inadempienti. Il termine per il recepimento da parte degli stati membri della direttiva (2008/99/Ce) è scaduto il 26 dicembre 2010.
A Taranto, invece, mentre è in corso una perizia nell’ambito dell’incidente probatorio che vede indagati i vertici Ilva per disastro doloso e colposo, i sindacati e Confindustria premono affinché venga rilasciata l’AIA, immaginando che i nuovi finanziamenti impiegati dall’azienda potranno renderla finalmente ecocompatibile.
Ma nessuna cifra può garantire l’ambientalizzazione di impianti sui quali non è possibile alcun tipo di controllo delle emissioni di fumi e polveri.
Dunque, in base a quali requisiti il Ministero dell’Ambiente potrebbe decidere di rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale?
Di fronte ad una evidente impossibilità ad ottemperare a tutte le prescrizioni imposte, peraltro difficoltà espressa dalla stessa Ilva, concedere l’AIA equivarrebbe a soddisfare le richieste di modifica avanzate dal Gestore, quali, ad esempio, la rimozione delle seguenti prescrizioni:
1. Frequenza di monitoraggio delle emissioni più restrittiva;
2. Valori di emissioni più restrittivi rispetto alla riduzione del 20% dell’attuale limite autorizzato;
3. Studio di fattibilità per la copertura totale o parziale dell’area dei parchi minerali.
4. L’adozione di una procedura operativa atta a definire in accordo con gli Enti locali soglie di allarme per la prevenzione di fenomeni acuti di inquinamento del territorio circostante l’impianto.
Chiediamo quindi che non sia accordata l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che le Istituzioni locali si oppongano compatti e con fermezza.
È un’azione dovuta alla città che soffre da mezzo secolo, un segnale forte di cambiamento della politica che, supportata da dati scientifici inconfutabili, e dalla cittadinanza che realmente vuole e pretende un cambio di rotta, programmi il futuro della città, indipendente dalla grande industria pesante.
In caso contrario, vorrà dire che si è toccato il fondo, che incapacità, incompetenza irresponsabilità sono proprie della classe politica attuale, che la democrazia partecipata è solo una parola sulle labbra delle istituzioni.
Sarà allora legittimo da parte dei cittadini agire di conseguenza anche con forti azioni civili.
Francia - INCIDENTI in serie alla centrale di Paluel
Perdite a ripetizione, fughe di gas radioattivo, ripetuti scatti di allarme, lavoratori contaminati: da più di un mese, in una delle più grosse centrali nucleari francesi - il sito di Paluel in Alta-Normandia - accadono anomalie e malfunzionamenti in serie. Il crescente numero di incidenti ha creato panico tra i dipendenti che ci lavorano, secondo le varie testimonianze e i documenti esclusivi raccolti da noi. La centrale di Paluel produce, da sola, circa il 7% dell'energia elettrica nazionale.
L'inquietudine e l’ansia collettiva comincia a manifestarsi su Internet:
"Centrale di Paluel: EDF sulle tracce di Tepco?"
Questa formula provocatoria, che paragona il gestore francese a quello della centrale di Fukushima, non proviene da un gruppo antinucleare. Come si può leggere, è scritto all'inizio di un comunicato della CGT ( Confederazione generale del lavoro) della regione di Dieppe, dove si trova la centrale di Paluel.
Con quattro reattori da 1300 megawatt (MW), questa centrale, dove lavorano 1250 dipendenti di EDF, è una delle prime tre più importanti centrali nucleari francesi (con quelle di Gravelines e di Cattenom). Messo in servizio tra dicembre 1985 e giugno 1986, il sito di Paluel non ha posto problemi particolari durante i primi due decenni del suo funzionamento.
La centrale di Paluel, foto EDF.
Ma da qualche tempo, diversi problemi tecnici si sono accumulati sul reattore n°3, che uno dei nostri intervistati definisce "il reattore più sfigato del sito": una perdita d’olio sull'alternatore, una perdita d’acqua nel circuito primario di raffreddamento, una fuga di gas radioattivo nell'edificio del reattore, così come diverse perdite in una o in più guaine di combustibile (1).
Finora occultati, questi malfunzionamenti non sono contestati dalla direzione della centrale. Ma l'interpretazione della loro gravità diverge radicalmente da una fonte all'altra. Tutti concordano tuttavia a descrivere una crescente preoccupazione tra i lavoratori e anche angoscia e panico per alcuni. Uno dei nostri interlocutori parla addirittura di "terrore soffocato!"
Racconta che un edificio, nei pressi del reattore, è stato spesso evacuato a causa di segnalazioni di allarme, rilevando la presenza di gas nocivi nell'aria. Dei dipendenti hanno forzato delle casse contenenti compresse di iodio per premunirsi contro possibili contaminazioni. Questa reazione rivela un elevato livello di stress nel personale, tuttavia addestrato a lavorare nell'ambiente particolare degli impianti nucleari. L’inquietudine è nutrita dal fatto che "l'allarme scattava sempre", secondo un'altra fonte. Ed è così che le soglie di rilevazione di queste perdite di gas sono state rialzate per ottenere il silenzio.
" Xeno, è come una sigaretta"
Per far fronte ad alcune di queste perdite, il reattore n°3 di Paluel è stato fermato durante il fine settimana di Pentecoste. Un "arresto a caldo" durante il quale il reattore funziona al minimo senza essere completamente fermato. Durante questo intervento, sedici dipendenti EDF e subappaltatori hanno inalato accidentalmente dello xeno, un gas radioattivo. Essi sono stati contaminati: delle tracce di questo gas raro sono state trovate nel loro organismo.
Uno di loro ci spiega di avere lavorato senza portare il cappuccio e la bombola di ossigeno che permettono di evitare di respirare l'aria circostante. "La riserva di ossigeno individuale è troppo limitata rispetto al tempo di intervento, e questo ci avrebbe obbligato ad entrare ed uscire più volte dall'edificio, il che avrebbe prolungato il tempo di intervento", aggiunge, a condizione di mantenere l'anonimato.
“Falso”, contesta Claire Delebarre incaricata della comunicazione della centrale di Paluel: "Non hanno portato il loro apparecchio respiratorio perché non ne avevano bisogno”. E aggiunge: "Non si tratta di contaminazioni interne perché lo xeno non si fissa nell'organismo, è rigettato dopo alcune espirazioni, è come una sigaretta."
La quantità di gas inalato da questi agenti è minima e senza pericolo, assicura un militante CGT della centrale che ha studiato il caso di queste persone. "Sono sotto le soglie accettabili riconosciute dall'Autorità di Sicurezza del Nucleare", conferma il dipendente contaminato. Ma "sedici persone contaminate, è enorme!" commenta un altro agente. E questo è la prova, secondo lui, della presenza di una grande quantità di gas radioattivo nella sala, dove hanno lavorato i volontari di Pentecoste. Uno dei lavoratori presenti avrebbe rifiutato di partecipare all'intervento, giudicando le condizioni troppo pericolose.
Schema di principio di un reattore nucleare del parco francese
Il 21 giugno, l'incidente di Pentecoste non era stato segnalato dall'Autorità di Sicurezza Nucleare (ASN) sul suo sito web. Del resto, non gli è stato nemmeno notificato. "È normale, non è un evento, siamo al livello di sensazioni", risponde il servizio comunicazione della centrale. "I fatti sono dissimulati", pensa un lavoratore di Paluel. Lapidaria fu la prima reazione di un funzionario di un sindacato della centrale, contattato al telefono,: "Sedici contaminazioni? Ma state scrivendo un romanzo !"
Non si tratta di una fiction, bensì della realtà. Per di più, l'intervento di Pentecoste ha risolto solo una parte del problema: la fuga di gas è riparata, ma l'acqua del circuito primario fuoriesce sempre. La riparazione è stata rimandata. I guai dell'alternatore erano stati risolti in precedenza. Ma resta la perdita delle guaine di combustibile. Là, non c'è possibilità di riparazione: bisogna fermare il reattore e sostituire gli elementi di combustibile difettoso. Ora, questo si potrà fare solo al prossimo arresto programmato, ossia tra circa un anno.
Tra tutte le difficoltà che conosce Paluel, la più inquietante è la difettosità di certe guaine di combustibile, stima una delle nostre fonti. Perché? Perché queste guaine in lega metallica costituiscono la prima delle barriere che isolano la materia radioattiva dall'ambiente esterno. Hanno la forma di lunghi cilindri chiamati “matite” in cui vengono accatastate delle piccole pastiglie di uranio radioattivo. Queste "matite" sono riunite per formare il cuore del reattore.
"È come il vino, talvolta, sa di tappo"
Il reattore è come una caldaia: le reazioni nucleari che si producono nel combustibile radioattivo fanno scaldare l'acqua del circuito primario che trasferisce il suo calore al circuito secondario; l'acqua del circuito secondario è vaporizzata e il vapore fa girare la turbina che produce elettricità. Il combustibile radioattivo, contrariamente al carbone di una classica caldaia, non deve mai essere in contatto con l'ambiente esterno.
Per questo motivo, le autorità nucleari francesi hanno elaborato una "dottrina della sicurezza" di cui un principio di base consiste nel chiudere la materia radioattiva dietro a tre "barriere": la prima è la guaina del combustibile; poi la vasca e il circuito primario; e infine, il recinto di confinamento del reattore.
Le tre barriere di protezione del combustibile radioattivo.
Ora, alla centrale di Paluel, è accertato, dalle testimonianze che abbiamo raccolto e i documenti che abbiamo potuto consultare, che c'è al meno un montaggio del nocciolo del reattore 3 che contiene una o parecchie "matite" difettose. Ossia di cui la guaina è fessurata. Siccome c'è sempre una perdita nel circuito primario, questo significa che due delle tre famose barriere non sono più stagne.
I montaggi dei noccioli messi in causa sono nuovi e sono stati messi nel nocciolo ( cuore del reattore) durante l'ultimo ricaricamento, effettuato nel marzo 2011. Secondo la direzione della centrale, gli elementi in questione sono stati fabbricati da Westinghouse.
" Tutto l'edificio reattore sta diventando marcio!" Si preoccupa un dipendente che ritiene che l'attuale perdita di combustibile a Paluel potrebbe provocare dei fenomeni incontrollabili. Ora EDF ha deciso di lasciar funzionare il reattore nel suo stato per il momento, potenzialmente fino alla fine del ciclo (ossia fino alla prossima interruzione per il ricaricamento del combustibile), entro un anno circa. "Non capisco perché non si decidono a chiudere", afferma una delle nostre fonti.
"Si tratta di micro-perdite, non hanno conseguenze dirette sul personale: sono misurate, analizzate, controllate, dominate", spiega un militante della CGT di Paluel. Le "nostre investigazioni indicano che c'è un difetto d’inguainamento, ma non è una rottura, è leggermente poroso, e ciò riguarda solamente un montaggio", assicura Claire Delebarre, l’incaricata alle comunicazioni presso la centrale di Paluel.
Ricordiamo che un montaggio contiene 264 matite, ossia 264 possibili fonti di perdita. Ma "funzionare con una leggera perdita, non è grave in sé". "È come il vino, talvolta sa di tappo!" rassicura la direzione della centrale nel proprio comunicato sul suo sito web.
La radioattività provocata dalla perdita è stimata a 30.000 MBq/t (megabecquerel/tonnellata di acqua), sapendo che a partire da 100.000 Mbq/t al giorno durante sette giorni consecutivi, un reattore deve assolutamente essere fermato.
I problemi tecnici di Paluel rivelano in questo modo il segreto nascosto al grande pubblico ma noto nel mondo del nucleare: in piena contraddizione con la dottrina di sicurezza imposta dall'Autorità di Sicurezza Nucleare, ci sono delle centrali in perdita, e questo in tutta legalità!
"Le perdite ci sono, ed è del tutto normale, sono dei classici episodi operativi”, prosegue Claire Delebarre. Sollecitata da noi, l'ASN non ci ha ancora risposto.
"Le perdite, sono del tutto normale"
"Le perdite, sono del tutto normale, ci sono sempre state nel nucleare", spiega uno specialista della radioprotezione. Infatti, abbiamo potuto ricostituire una lunga storia di perdite di guaine di combustibili nelle centrali francesi. Una cronologia che non è iniziata ieri ma dodici anni fa.
Il primo episodio è dell'ottobre 1999: alla centrale di Cattenom, in Lorraine, è rilevato un alto tasso di radioattività e la presenza di xeno 133 nel circuito primario. Nell'agosto 2000, le misurazioni rivelano la disseminazione di combustibile nel circuito primario, e nel settembre 2000, dell'attività alfa, segno di una seria rottura di guaina. Il 15 marzo 2001, EDF scopre 28 montaggi di combustibili che presentano dei difetti d’impermeabilità. L'incidente è classificato al livello 1.
Dopo Cattenom, delle perdite d’impermeabilità di matite di combustibile sono state scoperte alla centrale di Nogent-sur-Seine, a 50 km di Troyes. Questa volta, il problema era legato a un elemento nuovo: le matite difettose erano fabbricate in una nuova lega allo zirconio chiamato "M5", differente dallo zircaloy 4, normalmente utilizzato. La lega M5, prodotta da Areva, è stata introdotta da EDF per migliorare la redditività del combustibile: si tratta di aumentare il "tasso di combustione", il che permette di ridurre il numero di arresti per ricaricamento del nocciolo.
Ma questa M5 è responsabile di una complicazione imprevista: il tasso di difetti delle matite è, secondo uno studio dell'IRSN (Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare), "da quattro a cinque volte superiore a quello delle matite in zircaloy 4". Nel 2002, il primo ciclo realizzato con una ricarica completa di M5 nel reattore 2 di Nogent, è dovuto essere fermato in seguito ad una contaminazione del circuito primario dopo un record di 39 rotture di guaine su 23 montaggi, secondo uno studio di Global Chance (Cahiers de Global Chance, n°25, settembre 2008).
Esempi di fessure di guaine osservate a Cattenom, Foto DSIN.
Secondo l'IRSN, in totale, tra il 2001 e il 2008, sono state rilevate una trentina di perdite di montaggi di combustibili in lega M5. Nel 2006, l'ASN ha stimato che era necessario “adottare una prassi prudente"per quanto riguarda l'introduzione del M5. EDF ha fatto degli sforzi per migliorare la fabbricazione dei montaggi ed eliminare i difetti, ma non sono spariti.
Nel 2008, secondo l'IRSN, "il combustibile dell'inguainamento in lega M5, era, presente in 17 dei reattori da 900 MW, in tre reattori da 1300 MW e in quattro reattori da 1450 MW", il che rappresenta circa la metà del parco. Da allora, l'uso della lega M5 è continuato e, in particolare, la troviamo nei nuovi montaggi di Paluel.
"I liquidatori di ogni giorno"
In effetti, fin dal 2006, a Paluel, le guaine di combustibili si sono rivelate difettose. Quest'anno, è previsto un arresto del reattore n°4. Gli agenti sono avvertiti che l'intervento rischia di essere "dosante", ossia di esporli a forti dosi di radiazioni ionizzanti. "L'indizio di radioattività del reattore era 50 volte superiore al reattore accanto", si ricorda Philippe Billard, allora decontaminatore del sito, e militante CGT.
Questo elevato livello di attività inquieta. Richiede un diritto di allerta e affronta lo staff EDF della radioprotezione che gli rimprovera di esagerare. L'intervento è mantenuto. Durante un'operazione di decontaminazione del materiale, dei dipendenti di Framatome - l'ex nome di Areva - valutano lo stato del combustibile con l'aiuto di una cinepresa posta sotto l'acqua: "Ho visto i video, ho visto le guaine di combustibile, su 15 cm, non c'era più niente", racconta Philippe Billard. “La guaina era aperta, c'era una fessura, e dietro, non c'era più niente. Le pastiglie di combustibile erano uscite. Erano passate nel circuito primario."
Durante questo arresto di 30 giorni, alcuni agenti ricevono la metà della dose annua di radioattività autorizzata. Tra essi, un agente di condotta EDF ha fatto esaminare le sue feci. Abbiamo avuto accesso al risultato delle sue analisi : il suo organismo cela delle tracce di cesio, di uranio e di plutonio. Tutti cancerogeni a partire da una determinata dose.
Nella foto sopra: Tracce di uranio e di plutonio nel risultato di analisi del dipendente contaminato.
"Aveva ingerito delle polveri radioattive", spiega Philippe Billard. Delle microdosi, ogni volta sotto le norme, ma che si accumulano nell'organismo. Il sindacalista invia allora una lettera alla direzione della centrale per allertarla sulla presenza di raggi alfa, molto pericolosi per la salute nel reattore n°4. Da allora l'uomo contaminato ha lasciato il nucleare.
Lettera di allerta del 2006 sui raggi alfa.
Philippe Billard ha fondato l'associazione, «Santé-sous-traitance». Per difendere la salute dei subappaltatori che oggi rappresentano circa la metà dei lavoratori del nucleare.
"Oggi la paura della popolazione, in un incidente nucleare, è di essere contaminata e di avere un cancro. Noi, siamo regolarmente contaminati nelle centrali. E abbiamo dei cancri. L'incidente è già successo per noi. Siamo i liquidatori di ogni giorno."
Dei liquidatori in Francia? Ci è stato detto e ripetuto che la catastrofe era per gli altri, quelli che non applicano i nostri principi di sicurezza, che non hanno la fortuna di possedere la nostra organizzazione di perizia e la nostra autorità nucleare "indipendente".
Né veramente catastrofica, né proprio rassicurante, la situazione di Paluel illustra quotidianamente il fatto che il sistema è vulnerabile. Che funziona con dei difetti tecnici e umani permanenti che alimentano un clima generale di diffidenza, se non di paranoia. Che i grandi principi della sicurezza non sono rispettati nella dura realtà. Che la corsa alla produttività tende a prendere il passo sull'esigenza di sicurezza. E che la moltiplicazione di costrizioni da rispettare affinché questo sistema continui a funzionare lo rende sempre più disumano.
22 giugno 2011 | Jade LINDGAARD e Michel Di PRACONTAL
Note: 1) involucro del combustibile nucleare in un reattore, che lo isola dal refrigerante; è anche detta camicia di combustibile.
mercoledì 13 luglio 2011 "Sabato 2 luglio, l'associazione Moruroa e Tatou ha organizzato, durante l'assemblea della Polinesia, una giornata di doppia commemorazione: i 45 anni della prima prova aerea atomica dello stato francese a Moruroa ed i 10 anni dell'associazione.
In quest'occasione è stata presentata nella hall dell'assemblea una mostra di 30 ritratti di ex lavoratori del nucleare, di personalità politiche e di cittadini, realizzati da Marie-Hélène Villierme, accompagnati da letture di brani e video di testimonianze. Le testimonianze filmate da Arnaud Hudelot potevano essere visionate integralmente in una sala annessa. Il pomeriggio è stato dedicato ad un dibattito sulla questione del nucleare e la serata riservata al nuovo battesimo della piazza da "Chirac" in favore di una piazza del "2 juillet1966" ed un "unu" eretto sul "paepae" di commemorazione situato nei giardini di Paofai..
I dati sono terribili: 193 bombe provate in 47 tiri aerei e 147 sotterranei tra 1966 e 1996. 600 kg di plutonio che verranno interamente smaltiti solo fra 240 000 anni. 10 000 dipendenti. Più di 200 ricadute radioattive
sull'insieme della Polinesia francese. 651 casi di cancro nel 2008. Il dibattito, organizzato sotto il gazebo dell'assemblea, ha permesso di chiarire alcuni punti della Legge Morin. È interessante sapere che questa Legge mette sul conto delle contaminazioni radioattive 18 tipi di cancro, di cui 4 cancri femminili, mentre gli Stati Uniti hanno segnato 33 tipologie di cancro sul loro elenco. Il Giappone, dal 2009, riconosce ogni tipo di cancro, ogni problema tiroideo, la trombosi coronaria e le malattie cardiovascolari come patologie radio-indotte.
Quando si conosce l'importante aumento di queste patologie nel nostro paese, si è in diritto di chiedersi fino a che punto lo stato francese ha deciso di fare arrivare il suo disprezzo ed il suo cinismo.
Il senatore Richard Tuheiava ha presentato il progetto di legge che depositerà al Senato per chiedere allo stato francese la restituzione degli atolli di Moruroa e Fangataufa alla Polinesia francese, restituzione prevista nella convenzione firmata tra lo stato ed il Territorio. Lo stesso ha peraltro rilevato le poste in gioco internazionali intorno alla questione nucleare in Polinesia francese. Difatti, lo stato francese, per restare membro del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, deve dare delle garanzie della sua buona volontà su questo argomento.
Durante la stessa assemblea, Philippe Neuffer, avvocato, ha sollevato alcune incomprensioni sulle decisioni rese dal tribunale di Papeete, che ha rifiutato ai lavoratori locali di Moruroa ciò che i tribunali francesi hanno accordato ai lavoratori espatriati. La spiegazione è semplice e desolante. L'elenco delle malattie professionali riconosciute come direttamente legate alle esposizioni da radiazioni non è stato aggiornato. Bisogna porsi la questione dell'azione poco risolutiva dei sindacati: nonostante i molteplici scioperi, di cui certi molto duri, malgrado tutto il loro impegno nel tentare di chiarire la questione, gli operai e le loro richieste continuano ad essere non considerati dal sistema. Bisogna inoltre porsi la domanda che questa constatazione automaticamente genera, "i leader dei sindacati chi stanno difendendo?".
Il dottore Christian Sueur, psichiatra al "Centro della Madre e del bambino", sabato pomeriggio la condiviso la sua esperienza parlando di due piccole ragazze, sue pazienti, vittime di instabilità genetica. I nonni paterni di entrambe, che hanno lavorato a Moruroa, non hanno sviluppato la malattia. Le sue ricerche hanno messo alla luce un'importante letteratura scientifica documentata sulle mutazioni genetiche nei discendenti di persone che hanno subito contaminazione da radiazioni atomiche. L'instabilità genetica delle due piccole ragazze sarebbe direttamente legata all'esposizione dei rispettivi nonni alle radiazioni atomiche.
Un altro dei testimoni dell'esposizione, nato da un padre che lavorava come pescatore, morto dopo le esplosioni sotterranee sulle spiagge di Moruroa, ha sofferto di spina bifida, malattia documentata negli studi sugli inglesi irradiati in seguito alle prove del loro paese in Australia.
Queste conseguenze del fatto nucleare, che non erano mai state affrontate cosi chiaramente in pubblico, ci aprono delle prospettive nuove e terribili sulle ricadute a lungo termine dei 30 anni di sperimentazione atomica. Oramai non si tratta più di considerare le conseguenze unicamente sui vecchi lavoratori di Moruroa e Fangataufa direttamente esposti alle prove nucleari, ma molto più largamente su tutti gli abitanti del paese, su cui delle nuvole indisciplinate hanno scaricato generosamente più di 200 volte delle polveri o delle piogge radioattive . Il numero crescente di bambini che presentano delle malformazioni alla nascita o sviluppano patologie fino ad oggi sconosciute, dovrebbe incitare il governo ad iniziare un vasto studio al fine di determinare le patologie apparse di recente nel nostro paese, documentate dai diversi studi americani, inglesi o giapponesi, realizzati sui veterani delle loro prove nucleari e sulle loro discendenze.
Lo stato francese conosceva fin dalle prime prove le conseguenze terribili di tali sperimentazioni sui lavoratori così come sugli abitanti degli atolli vicini. La politica nucleare, malgrado queste conoscenze, è durata 30 anni. 30 anni durante i quali i lavoratori o i militari non graduati non hanno beneficiato di nessuna protezione, contrariamente ai militari graduati e ai missionari ufficiali dello stato.
Non è più tempo di lacerarci con accuse o con colpevolizzazioni deleterie, né di compiacerci in una vittimizzazione mortifera. Non si tratta neanche di chiedere allo stato francese di pentirsi. Il pentimento è l'affare delle chiese.
"L'affare dello stato è l'uguaglianza dei diritti, il risarcimento delle ingiustizie generate dagli effetti della storia. Si tratta (…) di riconoscenza di fatti, giustamente stabiliti (…), della loro qualifica giuridica e di una politica pubblica pertinente. Non siamo nel campo emozionale. Non ci serve il misticismo del dominatore che duplica il mito della superiorità e fa credere a delle voci che mendicano un inutile pentimento. Non si tratta né di contrizione né di perdono. È un crimine che riguarda il Diritto, non un errore che coinvolge la fede", scrive Christiane Taubira parlando della schiavitù come crimine contro l'umanità..
La politica nucleare dello stato francese è un crimine. Questo crimine potrebbe essere qualificato come crimine contro l'umanità. È per questa ragione che gli archivi di Moruroa sono stati recentemente classificati come segreto difesa per l'eternità ?"
Fonte: http://www.lesnouvelles.pf/article/reagissez-a-lactu/“un-crime-a-ciel-ouvert” Traduzione per RNA: Fabienne Melmi