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Fusione nucleare: 
30.000 tonnellate di rifiuti radioattivi |  
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								★ 
								"Energia illimitata": un 
								motto Fuorviante - Tribolazioni al trizio - 
								Radiazioni e scorie radioattive dalla fusione 
								nucleare - Un mondo di acqua da sprecare - 
								L'impatto di ITER - 30.000 tonnellate di rifiuti 
								radioattivi - Il Danno al neutrone. |  
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								ITER è una vetrina ... per gli inconvenienti 
								dell'energia da fusione nucleare.
 Di Daniel Jassby
 Edizione italiana
								(March 2018)
 
									
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										Un anno fa, ho 
										scritto una critica della fusione come 
										fonte di energia, intitolata "I 
										reattori a fusione nucleare: NULLA di 
										ciò che vogliono farci credere" (Fusion 
										reactors: Not what they’re cracked up to 
										be).  Questo articolo ha suscitato molto 
										interesse, a giudicare dagli oltre 100 
										commenti generati dai lettori. Di 
										conseguenza, mi è stato chiesto di 
										scrivere un seguito equindi la
										conversazione continua
										con i lettori del Bulletin of 
										the Atomic Scientists. Ma prima, un po 'di storia, a 
										beneficio di quanti si stanno 
										appena accostando a questa discussione... Sono un fisico ricercatore, che ha 
										lavorato su esperimenti di fusione 
										nucleare per 25 anni al Princeton Plasma 
										Physics Lab (http://www.pppl.gov/) 
										nel New Jersey. I miei interessi di 
										ricerca riguardavano la fisica del 
										plasma e la produzione di neutroni 
										legati alla ricerca e allo sviluppo 
										dell'energia da fusione. Ora che sono in 
										pensione ho iniziato a guardare più 
										spassionatamente a tutta l'impresa della 
										fusione, e sento che un reattore di 
										fusione commerciale funzionante, 
										quotidianamente, potrebbe causare più 
										problemi di quanti ne risolverebbe. Quindi mi sento obbligato a dissipare 
										parte dell'iperbole geek-whiz che è 
										sorta intorno alla fusione nucleare, che 
										è stata regolarmente annunciata come la 
										"perfetta" fonte di energia e 
										propagandata troppo spesso come 
										soluzione magica per i problemi 
										energetici del mondo. Il saggio dello scorso anno ha 
										dimostrato che le caratteristiche 
										proclamate in continuazione sulla 
										perfezione energetica (di solito 
										"inesauribili, economiche, pulite, 
										sicure e prive di radiazioni") sono 
										tutte sfatate da dure realtà - e che un 
										reattore a fusione sarebbe in realtà più 
										vicino al contrario di una fonte di 
										energia ideale. Ma quella discussione coinvolse in 
										gran parte i tipici inconvenienti dei 
										reattori a fusione, a livello 
										concettuale, i cui sostenitori 
										continuano a insistere che in qualche 
										modo, un giorno, saranno sormontati. Ora, tuttavia, siamo ad un punto in 
										cui, per la prima volta, possiamo 
										indagare su un prototipo di reattore a 
										fusione nel mondo reale: il reattore 
										sperimentale termonucleare 
										internazionale - l'International 
										Thermonuclear Experimental Reactor (https://www.iter.org/proj/inafewlines#4) 
										(ITER), in costruzione a Cadarache, in 
										Francia. Anche se il funzionamento 
										effettivo è ancora lontano anni, il 
										progetto ITER è sufficientemente 
										avanzato da poterlo esaminare come un 
										caso di prova per il design a forma di 
										ciambella noto come tokamak: l'approccio 
										più promettente per ottenere energia da 
										fusione, terrestre, basata sul 
										confinamento magnetico. Nel dicembre 2017, la direzione del 
										progetto ITER ha annunciato che il 50% 
										delle attività di costruzione era stato 
										completato. Questo importante traguardo 
										offre una notevole fiducia 
										sull'eventuale completamento di quella 
										che sarà l'unica installazione sulla 
										Terra che assomigli remotamente a quello 
										che dovrebbe essere, praticamente, un 
										reattore a fusione. Come riporta il New York Times (https://www.nytimes.com/2017/03/27/science/fusion-power-plant-iter-france.html 
										e qui: 
										
										
										https://www.nytimes.com/2017/03/27/science/fusion-power-plant-iter-france.html), 
										questa struttura "è stata costruita per 
										testare un sogno da lungo tempo: quella 
										fusione nucleare, la reazione atomica 
										che avviene nel sole e nelle bombe 
										all'idrogeno, può essere controllata per 
										generare energia". I fisici del plasma considerano ITER 
										il primo dispositivo di confinamento 
										magnetico in grado di dimostrare un "burning 
										plasma", dove il riscaldamento di 
										particelle alfa generate nelle reazioni 
										da fusione è il mezzo dominante per 
										mantenere la temperatura del plasma. Questa condizione richiede che la 
										potenza di fusione sia almeno cinque 
										volte la potenza di riscaldamento 
										esterna applicata al plasma. Anche se 
										nessuna di queste energie da fusione 
										sarà effettivamente convertita in 
										energia elettrica, il progetto ITER è 
										principalmente pubblicizzato come un 
										passo fondamentale lungo la strada verso 
										una pratica centrale elettrica a 
										fusione, ed è questa affermazione che 
										sarà, qui, oggetto della nostra 
										preoccupazione. Vediamo cosa si può dedurre su alcuni 
										inconvenienti, probabilmente 
										irrimediabili, delle strutture di 
										fusione osservando l'impegno ITER, 
										concentrandoci su quattro aree: consumo 
										di elettricità, perdite di combustibile 
										al trizio, attivazione di neutroni e 
										domanda di raffreddamento. La struttura 
										fisica di questo progetto da 20 a 30 
										miliardi di dollari viene visualizzata 
										nella foto qui sotto. 
										 Un motto fuorviante.  Sul sito di ITER si è accolti dal 
										proclama "Energia illimitata", che è 
										anche il grido di battaglia degli 
										entusiasti della fusione in tutto il 
										mondo. L'ironia di questo slogan è 
										apparentemente persa fra gli addetti ai 
										lavori e non sospettata dal pubblico. Ma 
										chiunque abbia seguito la costruzione 
										del sito ITER negli ultimi cinque anni - 
										ed è facilmente seguito da fotografie 
										dettagliate e descrizioni sul sito web 
										del progetto - sarebbe rimasto colpito 
										dall'enorme quantità di energia 
										investita. Il sito Web si vanta implicitamente 
										di questo massiccio investimento 
										energetico, raffigurante ognuno dei 
										sottosistemi ITER come il più stupendo 
										nel suo genere. Ad esempio, il 
										criostato, per il raffreddamento ad elio 
										liquido, è il più grande recipiente 
										sottovuoto in acciaio inossidabile del 
										mondo, mentre il tokamak stesso peserà 
										fino a tre torri Eiffel. Il peso totale 
										della struttura centrale di ITER è di 
										circa 400.000 tonnellate, di cui le 
										componenti più pesanti sono 340.000 
										tonnellate per le fondazioni e gli 
										edifici del complesso tokamak e 23.000 
										tonnellate per il tokamak stesso. Ma i richiami dovrebbero essere 
										angoscianti piuttosto che estasianti, 
										perché il più grande, e il "più grande" 
										significa grande esborso di capitale e 
										grandi investimenti energetici, dovrebbe 
										apparire sul lato negativo del libro 
										mastro della contabilità energetica. E 
										questa energia è stata in gran parte 
										fornita dai combustibili fossili, 
										lasciando un'impronta di carbonio 
										enormemente insondabile per la 
										preparazione del sito e la costruzione 
										di tutte le strutture di supporto, così 
										come il reattore stesso. Nel sito del reattore, le macchine a 
										combustibili fossili scavano enormi 
										volumi di terra fino a una profondità di 
										20 metri e producono e installano 
										innumerevoli tonnellate di cemento. 
										Alcuni dei più grandi camion al mondo 
										(alimentati da combustibili fossili) 
										trasportano componenti del reattore 
										gigantesco al sito di assemblaggio. I 
										combustibili fossili vengono bruciati 
										nell'estrazione, nel trasporto e nella 
										raffinazione delle materie prime 
										necessarie per realizzare i componenti 
										del reattore a fusione ed anche nel 
										processo di fabbricazione stesso. Ci si potrebbe chiedere come mai 
										l'energia spesa potrebbe essere 
										restituita, e ovviamente non lo sarà. Ma 
										l'incarnazione molto visibile 
										dell'infinito investimento di energie 
										rappresenta solo il primo componente 
										dell'ironica "Energia illimitata". Adiacente a questi edifici c'è un 
										piazzale di smistamento elettrico di 10 
										acri con sottostazioni massicce che 
										gestiscono fino a 600 megawatt di 
										elettricità, o MW (e), dalla rete 
										elettrica regionale, che è sufficiente a 
										fornire una città di medie dimensioni. 
										Questo potenza sarà necessaria come 
										input per fornire le esigenze operative 
										di ITER; nessuna energia fluirà mai 
										verso l'esterno, perché la costruzione 
										interna di ITER rende impossibile 
										convertire il calore di fusione in 
										elettricità. Ricordate che ITER è una 
										struttura di test progettata 
										esclusivamente per mostrare la prova del 
										concetto di come gli ingegneri possano 
										imitare i meccanismi interni del sole 
										per unire gli atomi insieme nel mondo 
										reale in modo controllato; ITER non è 
										destinato a generare elettricità. La sottostazione elettrica suggerisce 
										la grande quantità di energia che verrà 
										spesa per il funzionamento del progetto 
										ITER, come in effetti di ogni grande 
										impianto di fusione. Come sottolineato nella mia 
										precedente storia pubblicata sul 
										Bulletin (https://thebulletin.org/fusion-reactors-not-what-they’re-cracked-be10699), 
										i reattori a fusione e le strutture 
										sperimentali devono ospitare due classi 
										di scarichi di energia elettrica: in 
										primo luogo, una serie di sistemi 
										ausiliari di drenaggio essenziali come 
										criostati, sistemi di compressione e 
										aspirazione e riscaldamento degli 
										edifici, ventilazione e raffreddamento 
										devono essere mantenuti in costante 
										attività, anche quando il plasma di 
										fusione è dormiente. Nel caso di ITER, il consumo di 
										energia non interrompibile varia tra 75 
										e 110 MW (e), lo ha scritto JC Gascon, e 
										i suoi coautori, nell'articolo del 
										gennaio 2012 su Fusion Science & 
										Technology, “Design and Key Features for 
										the ITER Electrical Power Distribution.” La seconda categoria di drenaggi 
										ruota direttamente attorno al plasma 
										stesso, il cui funzionamento è a 
										impulsi. Per ITER, occorreranno almeno 
										300 MW (e) per decine di secondi per 
										riscaldare il plasma reagente e 
										stabilire le correnti di plasma 
										necessarie. Durante la fase operativa di 
										400 secondi, saranno necessari circa 200 
										MW (e) per mantenere la combustione 
										della fusione e controllare la stabilità 
										del plasma. Anche durante i prossimi otto anni di 
										costruzione di impianti e shakedown, il 
										consumo energetico in loco avrà una 
										media di almeno 30 MW (e), aggiungendo 
										ulteriore energia fungendo da precursore 
										del drenaggio del sito, non 
										interrompibile. Ma gran parte delle informazioni 
										sugli impieghi di energia - e le 
										distinzioni tra la prevista generazione 
										di calore di ITER invece che di 
										elettricità - si sono già perse quando 
										il progetto è stato descritto al 
										pubblico. Illuminazione energeticahttp://news.newenergytimes.net/2017/10/06/the-iter-power-amplificationmyth/) 
										ha presentato un'inchiesta ben 
										documentata, “The ITER power 
										amplification myth,”su come il 
										dipartimento di comunicazione della 
										struttura ha diffuso informazioni mal 
										scritte sul bilanciamento elettrico ITER 
										ed ha ingannato i mezzi di informazione.Recentemente, il sito web New Energy 
										Times (
 Una tipica affermazione diffusa è che 
										"ITER produrrà 500 megawatt di potenza 
										in uscita con una potenza in ingresso di 
										50 megawatt", il che implica che 
										entrambi i numeri si riferiscano alla 
										potenza elettrica. New Energy Times chiarisce che i 500 
										megawatt di output previsti si 
										riferiscono alla potenza di fusione 
										(incorporata in neutroni e alfa), che 
										non ha nulla a che fare con l'energia 
										elettrica. L'ingresso di 50 MW a cui si 
										fa riferimento qui è la potenza di 
										riscaldamento iniettata nel plasma per 
										aiutare a sostenere la sua temperatura e 
										corrente, ed è solo una piccola parte 
										della potenza di ingresso elettrica 
										complessiva al reattore. Quest'ultimo 
										varia tra 300 e 400 MW (e), come 
										spiegato in precedenza.
 La critica tecnica del New Energy Times 
										è essenzialmente valida e richiama 
										l'attenzione sulla colossale potenza 
										elettrica richiesta da qualsiasi 
										impianto di fusione. Infatti, è sempre 
										stato riconosciuto che è necessaria 
										un'enorme quantità di energia per 
										avviare qualsiasi sistema di fusione. Ma 
										i sistemi di fusione tokamak richiedono 
										anche centinaia di megawatt di energia 
										elettrica per mantenerli in funzione. In 
										una risposta apparente alle critiche del 
										New Energy Times, il sito web di ITER ed 
										altri suoi "outlet" o punti vendita.... 
										come Eurofusion hanno corretto alcune 
										dichiarazioni fuorvianti in merito al 
										flusso di energia.
 Tuttavia, vi sono problemi ben più 
										gravi con l'operazione pubblicizzata da 
										ITER rispetto alla fuorviante 
										etichettatura delle potenze di input e 
										output previsti. Mentre l'energia 
										elettrica in ingresso di 300 MW (e) è 
										più che indiscutibile, una questione 
										fondamentale è se ITER produrrà 500 MW 
										di qualsiasi cosa, una domanda che ruota 
										intorno al combustibile vitale al 
										trizio: la sua disponibilità, la volontà 
										di usarlo e l'attività necessaria per 
										ottimizzare le sue prestazioni. Altre 
										idee sbagliate riguardano la natura 
										effettiva del prodotto di fusione. Tribolazioni al trizio.
 Il combustibile da fusione più reattivo 
										è una miscela 50-50 di isotopi di 
										idrogeno deuterio e trizio; questo 
										carburante (spesso siglato come "DT") ha 
										un'uscita di neutroni da fusione 100 
										volte quella del deuterio da solo e un 
										aumento spettacolare delle conseguenze 
										delle radiazioni.
 Il deuterio è abbondante nell'acqua 
										ordinaria, ma non esiste una riserva 
										naturale di trizio, un nuclide 
										radioattivo con un'emivita di soli 12,3 
										anni. Il sito web di ITER afferma che il 
										carburante trizio sarà "estratto 
										dall'inventario globale del trizio".Tale inventario è costituito da trizio 
										estratto dalle acque pesanti dei 
										reattori nucleari CANDU, situati 
										principalmente in Ontario, Canada, e 
										secondariamente in Corea del Sud, con 
										una potenziale fonte futura dalla 
										Romania.
 L'attuale "inventario globale" di oggi è 
										di circa 25 chilogrammi e aumenta di 
										circa mezzo chilo all'anno, osserva Muyi 
										Ni ed i suoi coautori nel loro articolo 
										del 2013 sulla rivista "Tritium Supply 
										Assessment for ITER", in "Ingegneria e 
										design della fusione". l'inventario 
										dovrebbe raggiungere il picco prima del 
										2030.
 Mentre i fusioneers parlano 
										disinvoltamente di fusione del deuterio 
										e del trizio, hanno infatti intensamente 
										paura di citare il trizio per due 
										motivi: in primo luogo, è piuttosto 
										radioattivo, quindi ci sono problemi di 
										sicurezza legati al suo potenziale 
										rilascio nell'ambiente.In secondo luogo, è inevitabile la 
										produzione di materiali radioattivi 
										poiché i neutroni da fusione D-T 
										bombardano il reattore, richiedendo una 
										schermatura potenziata che ostacola 
										notevolmente l'accesso per la 
										manutenzione e l'introduzione di 
										problemi di smaltimento dei rifiuti 
										radioattivi.
 
										
										 In 65 anni di ricerche che hanno 
										coinvolto centinaia di strutture, solo 
										due sistemi di confinamento magnetico 
										hanno mai utilizzato il trizio: il 
										Tokamak Fusion Test Reactor nei miei 
										vecchi ritrovi preferiti al Princeton 
										Plasma Physics Lab e al Joint European 
										Tokamak (JET) a Culham, Regno Unito, 
										negli anni '90. I piani attuali di ITER richiedono 
										l'acquisizione ed il consumo di almeno 1 
										chilogrammo di trizio all'anno. 
										Supponendo che il progetto ITER sia in 
										grado di acquisire un'adeguata fornitura 
										di trizio e sia abbastanza coraggioso da 
										poterlo utilizzare, saranno 
										effettivamente raggiunti 500 MW di 
										potenza di fusione? Nessuno lo sa.
 Il "Primo plasma" a ITER dovrebbe 
										arrivare nel 2025. A questo seguiranno 
										10 anni relativamente deboli di 
										assemblaggio continuo della macchina e 
										ITER è una vetrina ... per gli 
										inconvenienti delle operazioni 
										periodiche al plasma di energia da 
										fusione con idrogeno ed elio. Questi gas 
										non producono neutroni di fusione e 
										quindi consentono la risoluzione dei 
										problemi di shakedown e l'ottimizzazione 
										delle prestazioni del plasma con rischi 
										di radiazioni minimi. Le instabilità del 
										plasma devono essere tenute a bada per 
										assicurare un adeguato confinamento di 
										energia, in modo che il plasma reagente 
										possa essere riscaldato e mantenuto ad 
										alta temperatura. L'afflusso di atomi 
										non idrogenici deve essere ridotto.
 Il programma di ITER prevede l'uso di 
										deuterio e trizio a partire dalla fine 
										degli anni '30. Ma non è garantito il 
										raggiungimento dell'obiettivo di 500 MW; 
										la generazione di energia da fusione in 
										grandi quantità dipende, tra le altre 
										cose, dallo sviluppo della ricetta 
										ottimale di iniezione di deuterio e 
										trizio mediante pellet congelati, fasci 
										di particelle, gas soffiato e 
										riciclaggio. Durante la fase inevitabile 
										della dentizione, all'inizio del 2040, è 
										probabile che la potenza di fusione di 
										ITER sarà solo una frazione dei 500 MW e 
										che il trizio iniettato andrà in gran 
										parte perso dal mancato recupero di 
										quello bruciato (cioè fuso con il 
										deuterio). Le analisi sul funzionamento D-T in 
										ITER indicano che solo il 2 percento del 
										trizio iniettato verrà bruciato, in modo 
										che il 98 percento del trizio iniettato 
										uscirà incolume dal plasma reattivo. 
										Mentre un'alta percentuale fluisce 
										semplicemente con lo scarico del plasma, 
										molto trizio deve essere continuamente 
										rimosso dalle superfici del reattore, 
										iniettori del fascio, condotte di 
										pompaggio ed altre appendici per la 
										lavorazione ed il riutilizzo. Durante la 
										loro dozzina di traversie del Tritium 
										Trail of Tears attorno al plasma, in 
										regime di sottovuoto, rigenerazione e 
										sistemi di alimentazione, alcuni atomi 
										trizio saranno intrappolati 
										permanentemente nella parete del vessel 
										e e le componenti del reattore, e in 
										sistemi di diagnostica e di 
										riscaldamento del plasma. La permeazione del trizio ad alta 
										temperatura in molti materiali non è 
										ancora intesa, come R. A. Causey ed i 
										suoi collaboratori hanno spiegato in 
										“Tritium barriers and tritium diffusion 
										in fusion reactors” - (https://www.researchgate.net/publication/282614659_Tritium_Barriers_and_Tritium_Diffusion_in_Fusion_Reactors). 
										La migrazione più profonda di una 
										piccola frazione del trizio intrappolato 
										nelle pareti e quindi tra i canali di 
										refrigerazione liquidi e gassosi sarà 
										imprevedibile. La maggior parte del 
										trizio impiantato finirà per decadere, 
										ma ci saranno inevitabili dispersioni 
										nell'ambiente attraverso la circolazione 
										dell'acqua di raffreddamento. I progettisti dei futuri reattori 
										tokamak generalmente presumono che tutto 
										il trizio bruciato sarà sostituito 
										assorbendo i neutroni di fusione nel 
										litio che circonda completamente il 
										plasma reagente. Ma anche quella 
										fantasia ignora totalmente che il trizio 
										è permanentemente perso nel suo 
										giramondo attraverso i sottosistemi del 
										reattore. Come dimostrerà ITER, 
										l'aggregato di trizio non recuperato può 
										competere con la quantità bruciata e può 
										essere sostituito solo dal costoso 
										acquisto di trizio prodotto nei reattori 
										a fissione. Radiazioni e scorie radioattive dalla 
										fusione. Come notato in precedenza, i 500 MW 
										di energia termica da fusione previsti 
										da ITER non sono energia elettrica. Ma i 
										sostenitori della fusione non sono 
										d'accordo nel dire che questo potere di 
										fusione non è una radiazione solare 
										benigna, ma consiste principalmente 
										(80%) di flussi di neutroni energetici 
										la cui unica funzione apparente in ITER 
										è produrre enormi volumi di scorie 
										radioattive, quando bombardano le pareti 
										del vessel del reattore e dei suoi 
										componenti associati. Solo il 2 percento dei neutroni sarà 
										intercettato da moduli di test per 
										studiare la produzione di trizio nel 
										litio, ma il 98 percento delle correnti 
										di neutroni si distruggeranno 
										semplicemente fra le pareti del reattore 
										o nei dispositivi connessi. Nei reattori a fissione, al massimo 
										il 3% dell'energia di fissione si 
										presenta sotto forma di neutroni. Ma 
										ITER è simile ad un apparecchio 
										elettrico che converte centinaia di 
										megawatt di energia elettrica in flussi 
										di neutroni. Una caratteristica 
										peculiare dei reattori a fusione D-T è 
										che la la preponderanza di energia 
										termica non viene prodotta nel plasma 
										reattivo, ma piuttosto all'interno del 
										Vessel del reattore, di acciaio, spesso 
										quando le correnti di neutroni si 
										infrangono su di esso e gradualmente 
										dissipano la loro energia. In linea di 
										principio, questa energia di neutroni 
										termalizzata potrebbe in qualche modo 
										essere riconvertita in elettricità a 
										bassissima efficienza, ma il progetto 
										ITER ha optato per evitare di affrontare 
										questa sfida. Questo è un compito 
										rinviato a delusioni chiamate "reattori 
										dimostrativi" che i sostenitori della 
										fusione sperano di diffondere nella 
										seconda metà del secolo. Un inconveniente, riconosciuto da 
										tempo, dell'energia da fusione è il 
										danno da radiazioni di neutroni alla 
										materia esposta, che causa gonfiore, 
										infragilimento e affaticamento.Succede quindi che il tempo di 
										operatività totale, a tassi di 
										produzione di neutroni elevati, in ITER 
										sarà troppo piccolo per causare anche 
										danni minori all'integrità strutturale, 
										ma le interazioni di neutroni 
										continueranno a creare radioattività 
										pericolosa in tutte le componenti 
										esposte del reattore producendo, infine, 
										un incredibile valore di 30.000 
										tonnellate di rifiuti radioattivi.
 Intorno al tokamak di ITER, un 
										mostruoso cilindro di cemento di 3,5 
										metri di spessore, 30 metri di diametro 
										e 30 metri di altezza chiamato bioshield 
										impedirà ai raggi X, ai raggi gamma e ai 
										neutroni vaganti di raggiungere il mondo 
										esterno (http://www.iter.org) Il vessel del reattore e i componenti 
										non strutturali, sia all'interno che 
										all'esterno della vessel, fino al 
										bioshield diventeranno altamente 
										radioattivi attivando i flussi di 
										neutroni. I tempi di fermata per 
										manutenzione e riparazione saranno 
										prolungati poiché tutte le operazioni di 
										manutenzione devono essere eseguite da 
										apparecchiature a gestione remota.
 Secondo il Financial Times (https://www.ft.com/content/6ee1ba76-b324-11e6-a37c-f4a01f1b0fa1), 
										per il progetto sperimentale europeo 
										congiunto 'Torus' (Joint European Torus, 
										'JET' ) molto più piccolo, nel Regno 
										Unito, il volume dei rifiuti radioattivi 
										è stimato a 3.000 metri cubi ed il costo 
										di decommissioning supererà i 300 
										milioni di dollari. Questi numeri 
										saranno sminuiti dalle 30.000 tonnellate 
										di rifiuti radioattivi di ITER. 
										Fortunatamente, la maggior parte di 
										questa radioattività indotta decaderà in 
										decenni, ma dopo 100 anni circa 6.000 
										tonnellate continueranno ad essere 
										pericolosamente radioattive e 
										richiederanno lo smaltimento in 
										deposito, così si afferma nella sezione 
										"Waste and Decommissioning" del Rapporto 
										di progettazione finale di ITER. Il trasporto periodico e lo 
										smaltimento off-site delle componenti 
										radioattive, nonché l'eventuale 
										disattivazione dell'intero impianto del 
										reattore sono compiti energetici che 
										ampliano ulteriormente il lato negativo 
										del registro contabile dell'energia. Un mondo di acqua. Saranno necessari flussi di acqua 
										torrenziali per rimuovere il calore dal 
										reattore di ITER, dai sistemi di 
										riscaldamento al plasma, dai sistemi 
										elettrici del tokamak, dagli impianti di 
										raffreddamento criogenici e dai sistemi 
										ad alimentazione magnetica. Compresa la 
										generazione della fusione, il carico 
										termico totale potrebbe arrivare a 1.000 
										MW, ma anche con la potenza di fusione 
										ridotta a zero la funzione del reattore 
										arriva a consumare fino a 500 MW (e) che 
										alla fine diventa calore da rimuovere. 
										ITER dimostrerà che i reattori a fusione 
										saranno consumatori di acqua molto più 
										esosi di qualsiasi altro tipo di 
										generatore di energia, a causa degli 
										enormi scarichi parassiti che si 
										trasformano in calore aggiuntivo che 
										deve essere dissipato sul posto. (*= Con 
										"parassita" si intende il consumo di una 
										parte della stessa potenza prodotta dal 
										reattore). L'acqua di raffreddamento verrà 
										prelevata dal Canal de Provence formato 
										dalla canalizzazione del fiume Durance e 
										la maggior parte del calore verrà 
										scaricato nell'atmosfera dalle torri di 
										raffreddamento. Durante le operazioni di 
										fusione, la portata combinata di tutta 
										l'acqua di raffreddamento sarà pari a 12 
										metri cubi al secondo (180.000 galloni 
										al minuto) ovvero più di un terzo della 
										portata stessa del canale. Quel livello 
										di flusso d'acqua può sostenere una 
										città di 1 milione di abitanti. (Ma la 
										domanda effettiva sull'acqua del Canale 
										sarà solo una piccola parte di quel 
										valore perché l'impulso di potenza di 
										ITER sarà lungo solo 400 secondi con un 
										massimo di 20 impulsi giornalieri, e 
										l'acqua di raffreddamento di ITER sarà 
										rimessa in circolazione). Anche se ITER non produce nient'altro 
										che neutroni, la sua portata massima di 
										refrigerante sarà ancora circa la metà 
										di quella di una centrale nucleare 
										funzionante a carbone che sia operante a 
										pieno regime e che genera 1.000 MW (e) 
										di energia elettrica. In ITER ben 56 MW 
										(e) di energia elettrica saranno 
										consumati dalle pompe che fanno 
										circolare l'acqua attraverso circa 36 
										chilometri di condutture nucleari. Il funzionamento di qualsiasi 
										impianto di fusione di grandi 
										dimensioni, come ITER, è possibile solo 
										in una località come la regione francese 
										di Cadarache, dove è possibile accedere 
										a molte reti elettriche ad alta potenza 
										e ad un sistema di acqua fredda ad alto 
										rendimento. Negli ultimi decenni, la 
										grande abbondanza di flussi di acqua 
										dolce e di acqua fredda e senza limiti 
										nell'oceano ha reso possibile 
										l'implementazione di un gran numero 
										gigawatt a livello di centrali 
										termoelettriche. In considerazione della 
										diminuzione della disponibilità di acqua 
										dolce e persino di acqua oceanica fredda 
										in tutto il mondo (https://thebulletin.org/treading-water), 
										la difficoltà di approvvigionamento di 
										acqua per i sistemi di raffreddamento 
										renderebbe impraticabile il futuro ampio 
										impiego di reattori a fusione. L'impatto di ITER. Indipendentemente dalle performance, 
										l'eredità di ITER più favorevole è che, 
										come la Stazione Spaziale 
										Internazionale, avrà creato un esempio 
										impressionante di cooperazione 
										internazionale decennale tra nazioni 
										amiche e semi-ostili. I critici accusano 
										che la collaborazione internazionale 
										abbia notevolmente amplificato costi e 
										tempi, ma il costo da 20 a 30 miliardi 
										di dollari di ITER non è in contrasto 
										con i costi di altre grandi imprese 
										nucleari, come le centrali elettriche 
										che sono state approvate negli ultimi 
										anni per la costruzione negli Stati 
										Uniti (Summer and Vogtle) e nell'Europa 
										occidentale (Hinkley e Flamanville) e il 
										progetto nucleare statunitense della MOX 
										Fuel Fabrication Facility a Savannah 
										River. Tutti questi progetti hanno 
										sperimentato una triplicazione dei costi 
										e dei tempi di costruzione che si sono 
										dilatati da anni a decenni (https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-02-02/costly-delays-upset-reactorrenaissance-keeping-nuclear-at-bay). 
										Il problema di fondo è che tutte le 
										strutture per l'energia nucleare, siano 
										esse fissione o fusione, sono 
										straordinariamente complesse e dai costi 
										esorbitanti. Un secondo ruolo di difficile 
										valutazione di ITER sarà la sua 
										influenza definitiva sulla 
										pianificazione dell'approvvigionamento 
										energetico. In caso di successo, ITER 
										potrebbe consentire ai fisici di 
										studiare plasmi di fusione a lunga 
										durata e ad alta temperatura. Ma visto 
										come un prototipo di produttore di 
										energia, ITER sarà, manifestamente, una 
										fonte di neutroni devastante alimentata 
										da trizio prodotto nei reattori a 
										fissione, alimentato da centinaia di 
										megawatt di elettricità dalla rete 
										elettrica regionale e che richiederà 
										risorse idriche per il raffreddamento 
										senza precedenti. Il 'danno al neutrone' sarà 
										intensificato, mentre le altre 
										caratteristiche perdureranno in ogni 
										successivo reattore a fusione che tenta 
										di generare abbastanza elettricità per 
										superare tutti i dissipatori di energia 
										qui identificati. Di fronte a questa realtà, perfino 
										dei pianificatori di energia distratti o 
										con la testa fra le nuvole sarebbero 
										capaci abbandonare la fusione. Anziché 
										annunciare l'alba di una nuova era 
										energetica, è probabile che ITER finirà 
										con lo svolgere un ruolo analogo a 
										quello del reattore autofertilizzante di 
										fissione, i cui vistosi inconvenienti 
										ferirono mortalmente un'altra fonte 
										professa di "energia illimitata" ed ha 
										permesso la continua dominanza dei 
										reattori ad acqua leggera (*LWR ndr) 
										nell'arena del nucleare. D.J. 
										 
 ________________________________________________
 (*LWR ndr) [Il 
										reattore ad acqua leggera, in lingua 
										inglese Light Water Reactor o LWR per 
										funzionare ha bisogno dell'uranio 
										arricchito: l'isotopo U-235 è portato, 
										dallo 0,7 %, al 3%.].
 __________________________________________________________________________________________________________
 
 Original Source:
										
										Bulletin of the 
										Atomic Scientists - 
								
										
										
										ITER is a showcase 
										... for the drawbacks of fusion energy 
										- February 14 2018
 
										Daniel Jassby was a 
										principal research physicist at the 
										Princeton Plasma Physics Lab until 1999. 
										For 25 years he worked in areas of 
										plasma physics and neutron production 
										related to fusion energy research and 
										development. He holds a PhD in 
										astrophysical sciences from Princeton 
										University.
 Versione in Italiano: 
										traduzione di Massimo Greco - RNA Italy 
										- Marzo 2018
 
								
										
										
										__________________________________________________________________________________________________________ 
    Join now __________________________________________________________________________________________
 
								
										
										Other related sources: 
										 ☠ 
										☢ ☣ ☠ ☢ ☣ ☠ ☢ ☣ ☠ ☢ ☣ ☠ ☢ ☣ ☠ ☢ ☣  
										
										 
 
		
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										Unusual Tritium Properties Extreme 
										mobility + exchangeability Extreme 
										mobility + exchangeability Sticks inside 
										us, and builds up Sticks inside us, and 
										builds up Very short range, so damage 
										depends on where in cell, eg close to 
										DNA Very short range, so damage depends 
										on where in cell, eg close to DNA 
										Tritium described as “weak”, but more 
										dangerous than “strong” emitters Tritium 
										described as “weak”, but more dangerous 
										than “strong” emitters RESULT: Official 
										models significantly underestimate its 
										doses and its dangers 
										
										
										
										
										Hazardous 
										Properties (after Dr Gerald Kirchner)Tritium 
										= √ Carbon-14 = √ 1.large releases to 
										environment √ √ 2.rapid nuclide 
										transport and cycling in biosphere √√ 
										3.high solubility √ 4.many environmental 
										pathways to humans √√ 5.rapid molecular 
										exchange rates (ie very fast intakes) √ 
										6.high uptake to blood after intake √ 
										7.organic binding in biota √√ 8.long 
										biological half-life in humans √√ 9.long 
										radiological half-life √√ 10.global 
										distribution √√ 11.long nuclide decay 
										chains with radiotoxic daughters 12.high 
										radiotoxicity (ie large dose coefficient) .
 
										
 |  
			| 
										    |  
			| 
										
										  
										
										
										Radiobiology and 
										Epidemiology associated with exposure to 
										tritium - PDF Document -  
										Many studies (> 45) – endpoints include 
										cell transformation and mutation, cell 
										death, developmental changes, chromosome 
										damage and carcinogenesis Reference 
										radiation – recommend gamma Dose and 
										dose rate – should match (seldom do) 
										Recommend concurrent reference radiation 
										controls In vitro studies preferred 
										Carcinogenesis studies theoretically 
										best. 
										
										
										The risk of 
										leukaemia in young children from 
										exposure to tritium and carbon-14 in the 
										discharges of German nuclear power 
										stations and in the fallout from 
										atmospheric nuclear weapons testingThe study found a tendency for cases of 
										leukaemia to live closer to the nearest 
										nuclear power station than their matched 
										controls, producing an odds ratio that 
										was raised to a statistically 
										significant extent for residence within 
										5 km of a nuclear power station.
 
										  |  
			| 
 |  
								
								
								_______________________________________________________________________about RNA:
 
 
  
 
					
										
										 ★ RNA È l'UNICA realtà che coniuga 
										resistenza ambientalista Contro le 
										produttività NOCIVE con la messa in 
										discussione del modello di produzione 
										borghese e dei rapporti di forza 
										Capitale-Salario. ★ Dal 24 Settembre 
										2009: Questo è il taglio e la 
										motivazione RIGIDA e COERENTE che 
										DETERMINA ogni nostra "AZIONE", scelta 
										di Priorità, pubblicazione, 
										"condivisione" o presa di posizione. |  |  
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					 ★ 
			
					
			
					
					I reattori a fusione nucleare: NULLA di ciò che vogliono 
					farci credere. Si completa con questo numero una indispensabile trilogia in 
					totale controtendenza sugli aspetti più taciuti ed omertati 
					della fusione nucleare.
 In questi mesi abbiamo 
					assistito alla scellerata cronaca di bufale e titoli 
					entusiastici che ha accompagnato l'adesione di ben 9 
					regioni, guidate da altrettanti governatori, che hanno 
					voluto concorrere ad ospitare il sito che tra devastazione e 
					saccheggio di risorse territoriali arricchirà solo e 
					soltanto uno sparuto numero di soliti noti senza scrupoli.
 Ad aggravare la situazione la concomitanza con la lunga e 
					strisciante campagna elettorale che è riuscita ad occultare 
					la pur nutrita cronaca sia a rilevanza regionale che 
					nazionale.
 Per quanto possa apparire curioso o 
					contraddittorio tutte le forze politiche (tutte, nessuna 
					esclusa) che si erano rese protagoniste del risultato 
					referendario del 2011, a seguito della catastrofe di Fukushima, hanno taciuto in maniera omertosa rendendosi 
					protagoniste della più totale rimozione dell'argomento in 
					qualsiasi sede mediatica che ha caratterizzato la campagna 
					elettorale.
 Ha taciuto il M5stelle, a Torino come in Liguria, in 
					Puglia come in Abruzzo ed in tutte le sedi nazionali. Ha 
					taciuto la Lombardi nella sua contrapposizione al 
					governatore uscente del Lazio, Zingaretti, che è stato tra i 
					primi a concorrere per questa forma di rilancio del nucleare 
					a tutti gli effetti. Così come hanno taciuto gli ex piddini 
					di LEU che nel Lazio, a differenza di altre regioni, 
					concorrono per sostenere l'ex governatore del PD. Questi 
					stessi avevano già taciuto sul trasferimento di 15mila fusti 
					radioattivi giunti da Taranto e "ricollocati" a due passi da 
					Roma.
 
					
					Ha taciuto 
					la 'sinistra' sedicente tale od 'estrema' così come ha 
					taciuto l'ultima caccola rimasta dei "Verdi"... o dell'IDV 
					troppo impegnati a concorrere con gli ex craxiani 
					nell'alleanza di sostegno al PD (promotore del ritorno al 
					nucleare assieme ai fascisti). Solo, rigidamente a livello 
					locale, e nel più isterico isolamento da parte del resto del 
					Movimento, Roberto Fico si è distinto in uno scontro col 
					governatore della Campania (altra Regione che concorre a 
					questo progetto criminale e sciagurato). 
					Cover RNAnews 342: 
					
					 L'EPILOGO
 
  
 
					
					 
 
					
					
					 
 Le sguattere del "valore aggiunto":
 I parlamentari Pd del Piemonte lanciano un appello in favore 
					della localizzazione nel casalese del Dtt, centro di ricerca 
					sulla fusione nucleare. Il progetto, su iniziativa 
					dell'Enea, prevede un investimento di 500 milioni e 
					l'impiego di duemila addetti. Obiettivo, la creazione di 
					energia pulita e sicura, ben diversa da quella derivante 
					dalla fissione nucleare. "La realizzazione del centro di 
					ricerca del Dtt nel Casalese - affermano gli esponenti Pd - 
					non rappresenterebbe solo un risarcimento per il grande 
					prezzo pagato dal territorio nella nota e triste vicenda 
					dell'Eternit, ma anche la valorizzazione di una comunità e 
					di un know-how sviluppato che rappresenta un significativo 
					valore aggiunto per il progetto". [Agenzia 
					ANSA]
 
 
					
					Deuterio 
					e Trizio: la massima espressione delle nuove Bombe Nucleari: 
							 
							
							Secondo l'agenzia 
							russa Sputnik News (Sputnik 
							Italia), tralasciando le dichiarazioni del 
							regime e basandosi sui dati sismologici rilevati dai 
							sistemi di tutto il mondo, "la bomba nordcoreana -
							di settembre ndr -  era circa dieci 
							volte più potente della bomba atomica lanciata dagli 
							americani su Hiroshima e — a differenza di tutte le 
							precedenti — ha avuto una potenza sufficiente da 
							poter indurre a credere che si sia trattato di 
							qualcosa di più del test di una semplice bomba 
							atomica". L'agenzia notoriamente filogovernativa russa pur 
							esprimendo dubbi sulla piena capacità offensiva del 
							regime monarchico nord coreano per la prima volta 
							sembra esprimere preoccupazione sui reali pericoli 
							di una "bomba termonucleare di disegno avanzato" 
							ed offre una chiara sintesi sullo stato evolutivo di 
							queste produttività di morte:
 
							
							«Nei Paesi dotati di 
							tecnologie adatte, le bombe atomiche sono state 
							rapidamente soppiantate dalle ben più temibili, ma 
							anche più complesse, bombe nucleari. Queste ultime 
							si basano sulla fusione di Deuterio o di Trizio,
							2D e 3T, gli isotopi più 
							instabili dell'Idrogeno. Le bombe nucleari sono più devastanti di quelle 
							atomiche, ma per innescarsi richiedono una 
							temperatura elevatissima ed è per questo che vengono 
							fatte esplodere grazie ad una bomba atomica inserita 
							nella bomba nucleare stessa proprio con la funzione 
							di detonatore.
 
							
							La maggior complessità 
							della realizzazione è ripagata in termini di un 
							effetto devastante superiore di interi ordini di 
							grandezza.» 
 
							
							  
							
							Savona. Dopo la presa di 
							posizione del capogruppo in Consiglio regionale 
							Raffaella Paita, anche dal savonese arrivano le 
							critiche alla Regione Liguria sul progetto per il 
							laboratorio sperimentale di fusione nucleare, una 
							occasione che la nostra regione potrebbe perdere 
							quando in ballo ci sono ingenti finanziamenti. Il Pd 
							resta in prima linea per sostenere il progetto, che 
							ora pare la Regione voglia rispolverare dopo le 
							polemiche di questi giorni, cercando di essere della 
							partita per ottenere la location del laboratorio. 
							Per il segretario provinciale del Pd savonese 
							Giacomo Vigliercio, il territorio ligure non può 
							perdere questa occasione, anche per la presenza di 
							uno dei principali attori del settore, l'Asg 
							Superconductors del gruppo Malacalza, che realizza 
							le componenti per le centrali a fusione nucleare...
							
							[Continua su
							
							RSVN] 
 
							 
							
							Tutto 
							iniziò Così 
							
							
							
							"Metteremo in campo un'azione di lobby democratica. 
							Offriamo sostegno al progetto"
 A dirlo è il presidente della Regione Sergio 
							Chiamparino, che ipotizza di insediare il centro nel 
							Casalese.
 Il laboratorio in questione si chiama Dtt, Divertor 
							Tokamak Test facility. Prevede un investimento 
							totale da 500 milioni, che per metà potrebbero 
							essere coperti dall'Unione europea. Secondo l'Enea, 
							"la ricaduta economica in 25 anni sarebbe di due 
							miliardi e il laboratorio creerebbe 1.500 posti di 
							lavoro tra addetti diretti e indotto".
 [Fonte: La Repubblica -
							
							Fusione nucleare, il Piemonte si candida a ospitare 
							nel Casalese uno dei centri di ricerca]
 
 
							
							
							Aggiornamenti 
							
							Il Monferrato 
							-
							
							Fusione nucleare. Dtt, la Regione sosterrà la 
							candidatura di Casale. Il sindaco Palazzetti: «Siamo 
							in prima fila» 
							
							 
							
							Consolidata la 
							posizione, Casale, ora, si prepara a volare a Roma. 
							Mercoledì 20, infatti, la delegazione piemontese 
							parteciperà ad un incontro organizzato dall’Enea nel 
							quale verranno spiegati nei dettagli i termini del 
							bando. Il giorno successivo all’appuntamento romano, 
							giovedì 21, a Torino si riaprirà il tavolo tecnico e 
							la candidatura di Casale verrà perfezionata. «Per il 
							Dtt siamo in prima fila», ha detto Palazzetti.
 E mentre le istituzioni provano a portare l’impianto 
							in Monferrato, la Rete Nazionale Antinucleare 
							bacchetta gli ambientalisti piemontesi: «Dove sono? 
							Non bisogna aspettare che la questione esploda per 
							poi rincorrerla».
 
 Il servizio su Il 
							Monferrato di giovedì 7 dicembre 2017
 
 
			
							
							Il Monferrato 
			-
			Fusione nucleare. Dtt, la Rete Nazionale Antinucleare bacchetta gli 
			ambientalisti monferrini: «Perché non si fanno sentire?» 
			
			
			
			 
			
			
			Intervista a Massimo Greco RNA.
 Il servizio su Il Monferrato di 
			giovedì 7 dicembre 2017
 
							  
 
							
							
							Aggiornamenti 
							
							Dossier in cronaca 
							del semestre italiano del ritorno al nucleare 
							-
							Fusione 
							nucleare. Dtt TUTTE LE 9 (NOVE) REGIONI CHE HANNO 
							RIAPERTO LA CORSA AL NUCLEARE 
							
							 
 
			
			
			
			Mappa Nazionale delle Produttività NOCIVE 
			in Italia.
 
   
					
					
					★ 
					
					★ ★ 
			
			
			
					
					Italia. Mappa nazionale delle produttività 
					Nocive, delle aree a rischio e dei territori interessati da 
					disastri ambientali, contaminazioni industriali, monitoraggi 
					sul territorio e Cronache Giudiziarie. Il Work in Progress 
					delle Segnalazioni. 
 
					
					www.nonukes.eu - List of 
					Anti-Nuclear Web Sites & Related Resources in the World and 
					the Map: 
							
							 
 
					
							
							Fusion scientist debunks fusion power 
 
							
							 
					
					
					
					 M. Greco (RNA) - Ai promotori della 
					vecchia e ritrita frottola del "nucleare pulito", 
					molto microfonati negli ultimi tempi, naturalmente, NON interessa 
					l'argomentazione prodotta da Enzo Gino, di cui qui abbiamo 
					ospitato 
					uno dei pochi interventi non addomesticati in materia, o 
					come quella di 
					Daniel Jassby, così come non 
					gli interessa sapere che Jassby ha lavorato per 25 anni proprio 
					nella Princenton che essi stessi magari citano da farabutti 
					genetici..., e men che mai potrà interessargli il merito 
					dell'investigazione di 
					Steven B. Krivit. Non sanno neppure 
					chi siano. Né lo vogliono sapere.
 Ad essi interessano solo i soldi. L'elevare la corruzione a 
					prassi metodologica del "Fare"... o del "Che Fare" (...) del 
					loro sporcume nell'agire quotidiano secondo un unico disegno 
					criminoso.
 
 Pochi ricordano i linguaggi della propaganda nuclearista di 
					berlusconiana memoria negli anni che precedettero il 
					referendum del 2011 e la latitanza delle finte opposizioni. 
					L'Italia è notoriamente un Paese dalla memoria corta. RNA 
					rompe il silenzio degli ambientalisti (specie quelli che 
					rincorrono riferimenti ed alleanze elezioniste con gli 
					ultranuclearisti) ed invita i movimenti che furono 
					protagonisti della vittoria del 2011 a rivedere le 
					"priorità" attuali perché questa volta il Fronte del Male 
					non aspetterà altri 25 anni prima di tentare di aggirare o 
					sopprimere la volonta espressa coi referendum del 1987 e 
					2011.
 
 Si webetizza, con numeri di gregariato 
					mediatico da capogiro, la rinascita del nucleare a Casale 
					Monferrato, già martirizzata dagli stragisti dell'Amianto... 
					i Satana che "danno lavoro", 
					ma si ignora e si invita ad ignorare le implicazioni del 
					trizio e del mercato criminale del deuterio, la devastazione del territorio e delle falde 
					acquifere: in una Pianura Padana già devastata 
					idricamente, dove contemporaneamente ai loro deliri 
					(criminalmente democratici, costituzionalmente assassini) 
					vanno in onda ed in cronaca quotidiana il pianto e la 
					sofferenza di chi non può più irrigare, la perdita 
					devastante del raccolto, il fallimento di ogni produttività 
					agricola per la siccità DETERMINATA dal 
					
					riscaldamento 
					globale del disastro climatico DOVUTO al modello produttivo 
					a cui fa riferimento religioso chiunque abbia l'ambizione di 
					"governare".
 RNA lo dice da sempre: chi ricerca alleanze "tattiche" con 
					questa tradizione di sporcaccioni è a sua volta altrettanto 
					sporcaccione. La Storia (e la cronaca giudiziaria) ci ha 
					SEMPRE dato ragione.
 
 A questa Feccia del Mondo vedremo presto aggiungersi (autoriesumandosi) 
					gli ufologi-Zombie del complottismo più esasperato che 
					insozzeranno il web ed ogni dibattito con le menate 
					deviazioniste sul
					
					torio verde
					e paciminkia o sulla
					
					fusione fredda all'italiota, 
					per altro già debunkerizzata alla grande da un'inchiesta de 
					Il Fatto Quotidiano. Li abbiamo già visti 
					all'opera fino alla vigilia del voto del 2011. Questa volta 
					cerchiamo di soffocarli appena si manifestano.
 Un nuovo tumore maligno sta diffondendosi 
					mascherandosi dietro il populismo del "dare lavoro", del 
					"fare" e della menzogna che la metastasi del Profitto e 
					della bancarotta esigono da sempre. Il movimento ecologista 
					del futuro DOVRÀ attrezzarsi dei più agguerriti anticorpi. 
 
							
							 
					Nei dintorni della base di Teulada, 
					percentuali dell’isotopo radioattivo Torio 232 da dieci a 
					venti volte rispetto alle norme erano già state rilevate tra 
					il 2013 e il 2014 grazie agli accertamenti commissionati dal 
					pm della Procura di Cagliari Emanuele Secci, titolare del 
					fascicolo d’inchiesta contro ignoti sulle attività del 
					poligono.✔ ☢ ☣ La presenza dell’isotopo radioattivo “Torio 232” 
					sarebbe dovuta al massiccio utilizzo dei missili Milan, 
					abbondantemente impiegati sino al 2003 dall’esercito 
					italiano, quando furono dismessi in seguito alla 
					segnalazione della Difesa francese, che aveva denunciato la 
					tossicità del Torio. Tuttavia, nel corso del primo semestre 
					di esercitazioni del 2014, sono stati lanciati ulteriori 4 
					missili Milan – a testa inerte, secondo quanto dichiarato 
					dalle autorità militari – e nuovi lanci dello stesso missile 
					sono previsti nel primo semestre di esercitazioni 2015, non 
					è chiaro se inerti o meno.
 ✔ Lo Stato nega l’accesso ai dati: sono segreti e 
					suscettibili di pregiudicare le relazioni internazioni, 
					l’ordine, la sicurezza e la difesa nazionale. Questa la 
					risposta del Ministero degli Interni ai giornalisti de Il 
					Fatto Quotidiano che hanno dato la notizia sulla rete top 
					secret che misura in tempo reale i livelli di radioattività.
 [Fonte: Sardinia Post - Maggio 2015, “Segreto di Stato su 
					Teulada”]
 
 
					
					
					Thorium: a dirty conspiracy propaganda for a dirty 
					solution-business
 
  
					By Gordon Edwards. Thorium reactors. "Thorium 
					cycle" is a very dirty and dangerous business.__________________________________
 
					
					 
					  
					
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