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Di Fabienne Michèle Melmi (del 06/07/2011 @ 14:18:31, in dBlog, linkato 2107 volte)

Francia - INCIDENTI in serie alla centrale di Paluel

Perdite a ripetizione, fughe di gas radioattivo, ripetuti scatti di allarme, lavoratori contaminati: da più di un mese, in una delle più grosse centrali nucleari francesi - il sito di Paluel in Alta-Normandia - accadono anomalie e malfunzionamenti in serie. Il crescente numero di incidenti ha creato panico tra i dipendenti che ci lavorano, secondo le varie testimonianze e i documenti esclusivi raccolti da noi. La centrale di Paluel produce, da sola, circa il 7% dell'energia elettrica nazionale.   

 L'inquietudine e l’ansia collettiva comincia a manifestarsi su Internet:

"Centrale di Paluel: EDF sulle tracce di Tepco?"

Questa formula provocatoria, che paragona il gestore francese a quello della centrale di Fukushima, non proviene da un gruppo antinucleare. Come si può leggere, è scritto all'inizio di un comunicato della CGT ( Confederazione generale del lavoro) della regione di Dieppe, dove si trova la centrale di Paluel.   

 Con quattro reattori da 1300 megawatt (MW), questa centrale, dove lavorano 1250 dipendenti di EDF, è una delle prime tre più importanti centrali nucleari francesi (con quelle di Gravelines e di Cattenom). Messo in servizio tra dicembre 1985 e giugno 1986, il sito di Paluel non ha posto problemi particolari durante i primi due decenni del suo funzionamento.     

 

 La centrale di Paluel, foto EDF. 

 Ma da qualche tempo, diversi problemi tecnici si sono accumulati sul reattore n°3, che uno dei nostri intervistati definisce "il reattore più sfigato del sito": una perdita d’olio sull'alternatore, una perdita d’acqua nel circuito primario di raffreddamento, una fuga di gas radioattivo nell'edificio del reattore, così come diverse perdite in una o in più guaine di combustibile (1).   

 Finora occultati, questi malfunzionamenti non sono contestati dalla direzione della centrale. Ma l'interpretazione della loro gravità diverge radicalmente da una fonte all'altra. Tutti concordano tuttavia a descrivere una crescente preoccupazione tra i lavoratori e anche angoscia e panico per alcuni. Uno dei nostri interlocutori parla addirittura di "terrore soffocato!"    

Racconta che un edificio, nei pressi del reattore, è stato spesso evacuato a causa di segnalazioni di allarme, rilevando la presenza di gas nocivi nell'aria. Dei dipendenti hanno forzato delle casse contenenti compresse di iodio per premunirsi contro possibili contaminazioni. Questa reazione rivela un elevato livello di stress nel personale, tuttavia addestrato a lavorare nell'ambiente particolare degli impianti nucleari. L’inquietudine è nutrita dal fatto che "l'allarme scattava sempre", secondo un'altra fonte. Ed è così che le soglie di rilevazione di queste perdite di gas sono state rialzate per ottenere il silenzio.      

  " Xeno, è come una sigaretta"  

Per far fronte ad alcune di queste perdite, il reattore n°3 di Paluel è stato fermato durante il fine settimana di Pentecoste. Un "arresto a caldo" durante il quale il reattore funziona al minimo senza essere completamente fermato. Durante questo intervento, sedici dipendenti EDF e subappaltatori hanno inalato accidentalmente dello xeno, un gas radioattivo. Essi sono stati contaminati: delle tracce di questo gas raro sono state trovate nel loro organismo.   

 Uno di loro ci spiega di avere lavorato senza portare il cappuccio e la bombola di ossigeno che permettono di evitare di respirare l'aria circostante. "La riserva di ossigeno individuale è troppo limitata rispetto al tempo di intervento, e questo ci avrebbe obbligato ad entrare ed uscire più volte dall'edificio, il che avrebbe prolungato il tempo di intervento", aggiunge, a condizione di mantenere l'anonimato.   

Falso”, contesta Claire Delebarre incaricata della comunicazione della centrale di Paluel: "Non hanno portato il loro apparecchio respiratorio perché non ne avevano bisogno”. E aggiunge: "Non si tratta di contaminazioni interne perché lo xeno non si fissa nell'organismo, è rigettato dopo alcune espirazioni, è come una sigaretta."   

La quantità di gas inalato da questi agenti è minima e senza pericolo, assicura un militante CGT della centrale che ha studiato il caso di queste persone. "Sono sotto le soglie accettabili riconosciute dall'Autorità di Sicurezza del Nucleare", conferma il dipendente contaminato. Ma "sedici persone contaminate, è enorme!" commenta un altro agente. E questo è la prova, secondo lui, della presenza di una grande quantità di gas radioattivo nella sala, dove hanno lavorato i volontari di Pentecoste. Uno dei lavoratori presenti avrebbe rifiutato di partecipare all'intervento, giudicando le condizioni troppo pericolose.     

 Schema di principio di un reattore nucleare del parco francese    

Il 21 giugno, l'incidente di Pentecoste non era stato segnalato dall'Autorità di Sicurezza Nucleare (ASN) sul suo sito web. Del resto, non gli è stato nemmeno notificato. "È normale, non è un evento, siamo al livello di sensazioni", risponde il servizio comunicazione della centrale. "I fatti sono dissimulati", pensa un lavoratore di Paluel. Lapidaria fu la prima reazione di un funzionario di un sindacato della centrale, contattato al telefono,: "Sedici contaminazioni? Ma state scrivendo un romanzo !"   

Non si tratta di una fiction, bensì della realtà. Per di più, l'intervento di Pentecoste ha risolto solo una parte del problema: la fuga di gas è riparata, ma l'acqua del circuito primario fuoriesce sempre. La riparazione è stata rimandata. I guai dell'alternatore erano stati risolti in precedenza. Ma resta la perdita delle guaine di combustibile. Là, non c'è possibilità di riparazione: bisogna fermare il reattore e sostituire gli elementi di combustibile difettoso. Ora, questo si potrà fare solo al prossimo arresto programmato, ossia tra circa un anno.   

 Tra tutte le difficoltà che conosce Paluel, la più inquietante è la difettosità di certe guaine di combustibile, stima una delle nostre fonti. Perché? Perché queste guaine in lega metallica costituiscono la prima delle barriere che isolano la materia radioattiva dall'ambiente esterno. Hanno la forma di lunghi cilindri chiamati “matite” in cui vengono accatastate delle piccole pastiglie di uranio radioattivo. Queste "matite" sono riunite per formare il cuore del reattore.        

 "È come il vino, talvolta, sa di tappo"  

Il reattore è come una caldaia: le reazioni nucleari che si producono nel combustibile radioattivo fanno scaldare l'acqua del circuito primario che trasferisce il suo calore al circuito secondario; l'acqua del circuito secondario è vaporizzata e il vapore fa girare la turbina che produce elettricità.    Il combustibile radioattivo, contrariamente al carbone di una classica caldaia, non deve mai essere in contatto con l'ambiente esterno.

Per questo motivo, le autorità nucleari francesi hanno elaborato una "dottrina della sicurezza" di cui un principio di base consiste nel chiudere la materia radioattiva dietro a tre "barriere": la prima è la guaina del combustibile; poi la vasca e il circuito primario; e infine, il recinto di confinamento del reattore.          

 Le tre barriere di protezione del combustibile radioattivo. 

Ora, alla centrale di Paluel, è accertato, dalle testimonianze che abbiamo raccolto e i documenti che abbiamo potuto consultare, che c'è al meno un montaggio del nocciolo del reattore 3 che contiene una o parecchie "matite" difettose. Ossia di cui la guaina è fessurata. Siccome c'è sempre una perdita nel circuito primario, questo significa che due delle tre famose barriere non sono più stagne. 

I montaggi dei noccioli messi in causa sono nuovi e sono stati messi nel nocciolo ( cuore del reattore) durante l'ultimo ricaricamento, effettuato nel marzo 2011. Secondo la direzione della centrale, gli elementi in questione sono stati fabbricati da Westinghouse.   

" Tutto l'edificio reattore sta diventando marcio!" Si preoccupa un dipendente che  ritiene che l'attuale perdita di combustibile a Paluel potrebbe provocare dei fenomeni incontrollabili. Ora EDF ha deciso di lasciar funzionare il reattore nel suo stato per il momento, potenzialmente fino alla fine del ciclo (ossia fino alla prossima interruzione per il ricaricamento del combustibile), entro un anno circa. "Non capisco perché non si decidono a chiudere", afferma una delle nostre fonti.   

"Si tratta di micro-perdite, non hanno conseguenze dirette sul personale: sono misurate, analizzate, controllate, dominate", spiega un militante della CGT di Paluel. Le "nostre investigazioni indicano che c'è un difetto d’inguainamento, ma non è una rottura, è leggermente poroso, e ciò riguarda solamente un montaggio", assicura Claire Delebarre, l’incaricata alle comunicazioni presso la centrale di Paluel.

Ricordiamo che un montaggio contiene 264 matite, ossia 264 possibili fonti di perdita. Ma "funzionare con una leggera perdita, non è grave in sé". "È come il vino, talvolta sa di tappo!" rassicura la direzione della centrale nel proprio comunicato sul suo sito web.  

 La radioattività provocata dalla perdita è stimata a 30.000 MBq/t (megabecquerel/tonnellata di acqua), sapendo che a partire da 100.000 Mbq/t al giorno durante sette giorni consecutivi, un reattore deve assolutamente essere fermato.

I problemi tecnici di Paluel rivelano in questo modo il segreto nascosto al grande pubblico ma noto nel mondo del nucleare: in piena contraddizione con la dottrina di sicurezza imposta dall'Autorità di Sicurezza Nucleare, ci sono delle centrali in perdita, e questo  in tutta legalità!   

"Le perdite ci sono, ed è del tutto normale, sono dei classici episodi operativi”, prosegue Claire Delebarre. Sollecitata da noi, l'ASN non ci ha ancora risposto.  

"Le perdite, sono del tutto normale"

  "Le perdite, sono del tutto normale, ci sono sempre state nel nucleare", spiega uno specialista della radioprotezione. Infatti, abbiamo potuto ricostituire una lunga storia di perdite di guaine di combustibili nelle centrali francesi. Una cronologia che non è iniziata ieri ma dodici anni fa.   

 Il primo episodio è dell'ottobre 1999: alla centrale di Cattenom, in Lorraine, è rilevato un alto tasso di radioattività e la presenza di xeno 133 nel circuito primario. Nell'agosto 2000, le misurazioni rivelano la disseminazione di combustibile nel circuito primario, e nel settembre 2000, dell'attività alfa, segno di una seria rottura di guaina. Il 15 marzo 2001, EDF scopre 28 montaggi di combustibili che presentano dei difetti d’impermeabilità. L'incidente è classificato al livello 1.   

Dopo Cattenom, delle perdite d’impermeabilità di matite di combustibile sono state scoperte alla centrale di Nogent-sur-Seine, a 50 km di Troyes. Questa volta, il problema era legato a un elemento nuovo: le matite difettose erano fabbricate in una nuova lega allo zirconio chiamato "M5", differente dallo zircaloy 4, normalmente utilizzato. La lega M5, prodotta da Areva, è stata introdotta da EDF per migliorare la redditività del combustibile: si tratta di aumentare il "tasso di combustione", il che permette di ridurre il numero di arresti per ricaricamento del nocciolo.   

 Ma questa M5 è responsabile di una complicazione imprevista: il tasso di difetti delle matite è, secondo uno studio dell'IRSN (Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare), "da quattro a cinque volte superiore a quello delle matite in zircaloy 4". Nel 2002, il primo ciclo realizzato con una ricarica completa di M5 nel reattore 2 di Nogent, è dovuto essere fermato in seguito ad una contaminazione del circuito primario dopo un record di 39 rotture di guaine su 23 montaggi, secondo uno studio di Global Chance (Cahiers de Global Chance, n°25, settembre 2008).    

 

 

Esempi di fessure di guaine osservate a Cattenom, Foto DSIN.

Secondo l'IRSN, in totale, tra il 2001 e il 2008, sono state rilevate una trentina di perdite di montaggi di combustibili in lega M5. Nel 2006, l'ASN ha stimato che era necessario “adottare una prassi prudente"per quanto riguarda l'introduzione del M5. EDF ha fatto degli sforzi per migliorare la fabbricazione dei montaggi ed eliminare i difetti, ma non sono spariti.   

Nel 2008, secondo l'IRSN, "il combustibile dell'inguainamento in lega M5, era, presente in 17 dei reattori da 900 MW, in tre reattori da 1300 MW e in quattro reattori da 1450 MW", il che rappresenta circa la metà del parco. Da allora, l'uso della lega M5 è continuato e, in particolare, la troviamo nei nuovi montaggi di Paluel.   

"I liquidatori di ogni giorno"  

In effetti, fin dal 2006, a Paluel, le guaine di combustibili si sono rivelate difettose. Quest'anno, è previsto un arresto del reattore n°4. Gli agenti sono avvertiti che l'intervento rischia di essere "dosante", ossia di esporli a forti dosi di radiazioni ionizzanti. "L'indizio di radioattività del reattore era 50 volte superiore al reattore accanto", si ricorda Philippe Billard, allora decontaminatore del sito, e militante CGT.   

Questo elevato livello di attività inquieta. Richiede un diritto di allerta e affronta lo staff EDF della radioprotezione che gli rimprovera di esagerare. L'intervento è mantenuto. Durante un'operazione di decontaminazione del materiale, dei dipendenti di Framatome - l'ex nome di Areva - valutano lo stato del combustibile con l'aiuto di una cinepresa posta sotto l'acqua: "Ho visto i video, ho visto le guaine di combustibile, su 15 cm, non c'era più niente", racconta Philippe Billard. “La guaina era aperta, c'era una fessura, e dietro, non c'era più niente. Le pastiglie di combustibile erano uscite. Erano passate nel circuito primario."   

Durante questo arresto di 30 giorni, alcuni agenti ricevono la metà della dose annua di radioattività autorizzata. Tra essi, un agente di condotta EDF ha fatto esaminare le sue feci. Abbiamo avuto accesso al risultato delle sue analisi : il suo organismo cela delle tracce di cesio, di uranio e di plutonio. Tutti cancerogeni a partire da una determinata dose.     

Nella foto sopra: Tracce di uranio e di plutonio nel risultato di analisi del dipendente  contaminato.               

"Aveva ingerito delle polveri radioattive", spiega Philippe Billard. Delle microdosi, ogni volta sotto le norme, ma che si accumulano nell'organismo. Il sindacalista invia allora una lettera alla direzione della centrale per allertarla sulla presenza di raggi alfa, molto pericolosi per la salute nel reattore n°4. Da allora l'uomo contaminato ha lasciato il nucleare.     

Lettera  di allerta del 2006 sui raggi alfa.

 Philippe Billard ha fondato l'associazione, «Santé-sous-traitance». Per difendere la salute dei subappaltatori che oggi rappresentano circa la metà dei lavoratori del nucleare.

 "Oggi la paura della popolazione, in un incidente nucleare, è di essere contaminata e di avere un cancro. Noi, siamo regolarmente contaminati nelle centrali. E abbiamo dei cancri. L'incidente è già successo per noi. Siamo i liquidatori di ogni giorno."   

 Dei liquidatori in Francia? Ci è stato detto e ripetuto che la catastrofe era per gli altri, quelli che non applicano i nostri principi di sicurezza, che non hanno la fortuna di possedere la nostra organizzazione di perizia e la nostra autorità nucleare "indipendente".   

Né veramente catastrofica, né proprio rassicurante, la situazione di Paluel illustra quotidianamente il fatto che il sistema è vulnerabile. Che funziona con dei difetti tecnici e umani permanenti che alimentano un clima generale di diffidenza, se non di paranoia. Che i grandi principi della sicurezza non sono rispettati nella dura realtà. Che la corsa alla produttività tende a prendere il passo sull'esigenza di sicurezza. E che la moltiplicazione di costrizioni da rispettare affinché questo sistema continui a funzionare lo rende sempre più disumano.

22 giugno 2011 |  Jade LINDGAARD e Michel Di PRACONTAL 

Note: 1) involucro del combustibile nucleare in un reattore, che lo isola dal refrigerante; è anche detta camicia di combustibile.

Fonte:

http://www.mediapart.fr/article/offert/b5e51d096c805533dc55203fb25c1a15

Traduzione per RNA: Reza Ajdari e Fabienne Melmi 

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Di Fabienne Michèle Melmi (del 15/07/2011 @ 10:54:16, in dBlog, linkato 2703 volte)

mercoledì 13 luglio 2011
 "Sabato 2 luglio, l'associazione Moruroa e Tatou ha organizzato, durante l'assemblea della Polinesia, una giornata di doppia commemorazione: i 45 anni della prima prova aerea atomica dello stato francese a Moruroa ed i 10 anni dell'associazione.



In quest'occasione è stata presentata nella hall dell'assemblea una mostra di 30 ritratti di ex lavoratori del nucleare, di personalità politiche e di cittadini, realizzati da Marie-Hélène Villierme, accompagnati da letture di brani e video di testimonianze. Le testimonianze filmate da Arnaud Hudelot potevano essere visionate integralmente in una sala annessa. Il pomeriggio è stato dedicato ad un dibattito sulla questione del nucleare e la serata riservata al nuovo battesimo della piazza da "Chirac" in favore di una piazza del "2 juillet1966" ed un "unu" eretto sul "paepae" di commemorazione situato nei giardini di Paofai..

I dati sono terribili: 193 bombe provate in 47 tiri aerei e 147 sotterranei tra 1966 e 1996. 600 kg di plutonio che verranno interamente smaltiti solo fra 240 000 anni. 10 000 dipendenti. Più di 200 ricadute radioattive

sull'insieme della Polinesia francese. 651 casi di cancro nel 2008. Il dibattito, organizzato sotto il gazebo dell'assemblea, ha permesso di chiarire alcuni punti della Legge Morin. È interessante sapere che questa Legge mette sul conto delle contaminazioni radioattive 18 tipi di cancro, di cui 4 cancri femminili, mentre gli Stati Uniti hanno segnato 33 tipologie di cancro sul loro elenco. Il Giappone, dal 2009, riconosce ogni tipo di cancro, ogni problema tiroideo, la trombosi coronaria e le malattie cardiovascolari come patologie radio-indotte.


 Quando si conosce l'importante aumento di queste patologie nel nostro paese, si è in diritto di chiedersi fino a che punto lo stato francese ha deciso di fare arrivare il suo disprezzo ed il suo cinismo.

Il senatore Richard Tuheiava ha presentato il progetto di legge che depositerà al Senato per chiedere allo stato francese la restituzione degli atolli di Moruroa e Fangataufa alla Polinesia francese, restituzione prevista nella convenzione firmata tra lo stato ed il Territorio. Lo stesso ha peraltro rilevato le poste in gioco internazionali intorno alla questione nucleare in Polinesia francese. Difatti, lo stato francese, per restare membro del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, deve dare delle garanzie della sua buona volontà su questo argomento.

Durante la stessa assemblea, Philippe Neuffer, avvocato, ha sollevato alcune incomprensioni sulle decisioni rese dal tribunale di Papeete, che ha rifiutato ai lavoratori locali di Moruroa ciò che i tribunali francesi hanno accordato ai lavoratori espatriati. La spiegazione è semplice e desolante. L'elenco delle malattie professionali riconosciute come direttamente legate alle esposizioni da radiazioni non è stato aggiornato. Bisogna porsi la questione dell'azione poco risolutiva dei sindacati: nonostante i molteplici scioperi, di cui certi molto duri, malgrado tutto il loro impegno nel tentare di chiarire la questione, gli operai e le loro richieste continuano ad essere non considerati dal sistema. Bisogna inoltre porsi la domanda che questa constatazione automaticamente genera, "i leader dei sindacati chi stanno difendendo?".

Il dottore Christian Sueur, psichiatra al "Centro della Madre e del bambino", sabato pomeriggio la condiviso la sua esperienza parlando di due piccole ragazze, sue pazienti, vittime di instabilità genetica. I nonni paterni di entrambe, che hanno lavorato a Moruroa, non hanno sviluppato la malattia. Le sue ricerche hanno messo alla luce un'importante letteratura scientifica documentata sulle mutazioni genetiche nei discendenti di persone che hanno subito contaminazione da radiazioni atomiche. L'instabilità genetica delle due piccole ragazze sarebbe direttamente legata all'esposizione dei rispettivi nonni alle radiazioni atomiche.

Un altro dei testimoni dell'esposizione, nato da un padre che lavorava come pescatore, morto dopo le esplosioni sotterranee sulle spiagge di Moruroa, ha sofferto di spina bifida, malattia documentata negli studi sugli inglesi irradiati in seguito alle prove del loro paese in Australia.

Queste conseguenze del fatto nucleare, che non erano mai state affrontate cosi chiaramente in pubblico, ci aprono delle prospettive nuove e terribili sulle ricadute a lungo termine dei 30 anni di sperimentazione atomica. Oramai non si tratta più di considerare le conseguenze unicamente sui vecchi lavoratori di Moruroa e Fangataufa direttamente esposti alle prove nucleari, ma molto più largamente su tutti gli abitanti del paese, su cui delle nuvole indisciplinate hanno scaricato generosamente più di 200 volte delle polveri o delle piogge radioattive . Il numero crescente di bambini che presentano delle malformazioni alla nascita o sviluppano patologie fino ad oggi sconosciute, dovrebbe incitare il governo ad iniziare un vasto studio al fine di determinare le patologie apparse di recente nel nostro paese, documentate dai diversi studi americani, inglesi o giapponesi, realizzati sui veterani delle loro prove nucleari e sulle loro discendenze.

 Lo stato francese conosceva fin dalle prime prove le conseguenze terribili di tali sperimentazioni sui lavoratori così come sugli abitanti degli atolli vicini. La politica nucleare, malgrado queste conoscenze, è durata 30 anni. 30 anni durante i quali i lavoratori o i militari non graduati non hanno beneficiato di nessuna protezione, contrariamente ai militari graduati e ai missionari ufficiali dello stato.

Non è più tempo di lacerarci con accuse o con colpevolizzazioni deleterie, né di compiacerci in una vittimizzazione mortifera. Non si tratta neanche di chiedere allo stato francese di pentirsi. Il pentimento è l'affare delle chiese.

"L'affare dello stato è l'uguaglianza dei diritti, il risarcimento delle ingiustizie generate dagli effetti della storia. Si tratta (…) di riconoscenza di fatti, giustamente stabiliti (…), della loro qualifica giuridica e di una politica pubblica pertinente. Non siamo nel campo emozionale. Non ci serve il misticismo del dominatore che duplica il mito della superiorità e fa credere a delle voci che mendicano un inutile pentimento. Non si tratta né di contrizione né di perdono. È un crimine che riguarda il Diritto, non un errore che coinvolge la fede", scrive Christiane Taubira parlando della schiavitù come crimine contro l'umanità..

La politica nucleare dello stato francese è un crimine. Questo crimine potrebbe essere qualificato come crimine contro l'umanità. È per questa ragione che gli archivi di Moruroa sono stati recentemente classificati come segreto difesa per l'eternità ?"

Fonte: http://www.lesnouvelles.pf/article/reagissez-a-lactu/“un-crime-a-ciel-ouvert”
Traduzione per RNA: Fabienne Melmi

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Di nonukes (del 24/07/2011 @ 11:36:43, in Stragismo, devastazioni e saccheggi, linkato 1995 volte)

UN'AUTORIZZAZIONE ILLEGITTIMA Concessa col raggiro delle Istituzioni nei confronti delle associazioni. dal COMUNICATO STAMPA dell'org. SAVE TARANTO.

Ai nostri concittadini non possiamo che esprimere solidarietà e vicinanza per l'ultimo abuso subìto in occasione del rilascio di una autorizzazione illegittima all'attività industriale di ILVA.

Autorizzazione che tutto può rappresentare meno che "un punto a favore nella battaglia di civiltà" che mai è stata condotta e che, contrariamente a quanto affermato dal Sindaco Stefàno e dal Presidente della Provincia Florido nella loro recente dichiarazione congiunta, non ha certo visto la partecipazione delle associazioni accanto a Comune, Provincia e Regione, dal momento che le associazioni a Roma sono state rigorosamente tenute fuori dalla porta proprio nell'atto conclusivo del procedimento.

Un 'successo', definito dall'on. Vico, ascritto alla collaborazione di tutte le forze in campo, dimenticando il raggiro compiuto dalle Istituzioni nei confronti delle associazioni.

All'assessore all'ambiente Nicastro, tuttora convinto che in Regione siano riusciti a "tenere assieme le ragioni dell'ecologia con quelle dell'economia e del diritto al lavoro", chiediamo se conosca la reale entità dell'emergenza sanitaria in corso da tempo nella nostra provincia e che interessa anche i lavoratori della grande industria.

Chiediamo se intenda ignorare le conclusioni espresse dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Lecce, oppure il rapporto sulle falde avvelenate dell'area industriale tarantina, o ancora le perizie depositate nei Tribunali secondo le quali l'ecocompatibilità di aziende così prossime al centro abitato e di dimensioni spropositate non può mai essere possibile.

Chiediamo a Nicastro se ha mai pensato che per conciliare ecologia e diritto al lavoro siano necessarie alternative di sviluppo davvero compatibili con l'ambiente e la vita o se invece sia auspicabile l'incremento di una produzione che non produce economia ma che la annienta.

 

Forse all'assessore Nicastro interessa molto più stigmatizzare le dichiarazioni di noi "tribuni della plebe" anziché comprenderne il senso profondo. In ogni caso, non sarà certo attraverso gli insulti gratuiti e sprezzanti che l'assessore potrà mai sperare di ricucire un rapporto ormai logoro e compromesso con un elettorato stanco dell'ennesimo abbaglio.

Taranto continua da decenni a rimanere città commissariata e controllata in regime remoto. Non vi è allora alcun bisogno di ulteriori prove che attestino in quale maniera le sorti di questa città vengano da sempre stabilite altrove a discapito di una comunità locale umiliata, offesa, saccheggiata e stuprata.

Per questo, non possiamo che prendere atto con rammarico che il nodo d'acciaio che ha strozzato noi tutti non possa che essere sciolto raccomandando alla cittadinanza di non concedere neppure un voto a tutti i partiti che si sono espressi a favore dell'AIA e dell’attività produttiva unica, secondo una "vocazione all'industria pesante" che rigettiamo con forza.

I sostenitori e protettori di un polo industriale devastante a pochi metri da una città in ginocchio, devono abbandonare le aule consiliari di Comune, Provincia e Regione, e quelle parlamentari.

Dieci Luglio Duemilaundici - La Federazione Save Taranto per l'Ecotutela Jonica:

Ass. Malati Cronici e Immunitari

Comitato provinciale Legamjonici

Comitato provinciale Taranto lider

Comitato di quartiere Tamburi

Tamburi 9 luglio 1960

Ass. Savese per la vita

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Di nonukes (del 24/07/2011 @ 11:56:15, in Stragismo, devastazioni e saccheggi, linkato 3769 volte)
COMUNICATO STAMPA
COMITATO PROVINCIALE LEGAMJONICI
CEMERAD. SI ATTENDE L’AUTORIZZAZIONE DELLA ASL

Il comitato provinciale Legamjonici prosegue nel suo impegno volto a fare luce sui ritardi degli interventi di bonifica nel sito ex Cemerad.

In particolare, l’inchiesta riguarda l’impegno assunto dal Comune di Statte di avviare la bonifica del contenuto dei fusti stoccati all’interno di capannoni localizzati nel sito e contenenti materiale radioattivo.

Come già detto, per il progetto di bonifica, più volte rinviato, erano stati previsti adeguati finanziamenti. Si tratta dell’ammontare di 3.700.000 euro, cifra poi ‘dirottata’ verso altri lavori non ben identificati.

Oggi si attende la nomina dell’esperto incaricato con il supporto del quale potrà essere avviata la caratterizzazione del materiale radioattivo contenuto nei fusti. Si potrà dunque procedere, come annunciato dal sindaco di Statte, alla successiva bonifica sulla quale però grava la seguente incognita: con quali soldi?
Intanto, il Comune di Statte, in seguito a nostre sollecitazioni, in data 30 giugno 2011, invia una richiesta di autorizzazione alla nomina di un esperto in radioprotezione presso la direzione generale della Asl di Taranto.

La richiesta non riceve pero’ alcuna risposta.

Il 15 luglio 2011, nella sede Asl di Taranto un funzionario ci comunica che i ritardi sono dovuti ad una situazione di ‘caos burocratico-amministrativo’ conseguente al passaggio di consegne (avvenuto il 30 giugno) alla guida della Direzione Generale fra l’uscente dott. Colasanto e il dott. Scattaglia.

Dopo aver fatto presente al funzionario Asl la necessità della immediata risoluzione di una questione già ampiamente sottovalutata che viene vissuta con notevole apprensione dagli abitanti di Statte, lo stesso ci ha assicurato che si sarebbe adoperato per accelerare la procedura di nomina dell’incaricato e che ci ‘avrebbe fatto sapere’.


Questo comitato fa presente che è costantemente in contatto con cittadini di Statte pronti a manifestare il proprio esasperato grido di protesta davanti alle sedi degli Enti responsabili di tali ingiustificabili ritardi.

La protesta si estenderà anche relativamente al possibile conferimento di nuovi quantitativi di rifiuti speciali provenienti dalla Campania e destinati alla discarica Italcave.

I cittadini di Statte non sono disposti ad accogliere ulteriori rifiuti con o senza il nullaosta della Regione Puglia.


Daniela Spera (responsabile del Comitato provinciale Legamjonici)

http://legamionicicontroinquinamento.wordpress.com/2011/07/23/cemerad-si-attende-l%E2%80%99autorizzazione-della-asl/

 

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Di nonukes (del 28/07/2011 @ 21:42:52, in dBlog, linkato 3168 volte)

The Movie. 532 simoultaneous actions in 27 different countries against nuclear business. More Info: http://www.chernobyl-day.org - http://www.nonukes.it -

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Di NunVeReggaeCchiù (del 31/07/2011 @ 11:32:28, in PER NON DIMENTICARE, linkato 1869 volte)

COMISO 1983 - Per Non Dimenticare

La più grande documentazione di immagini sul web, ed in assoluto su youtube, sui fatti di Comiso del 1983. Quando il "primo" governo socialista varò, con la benedizione di Pertini e la complicità "gloriosa" del PCI di berlinguer... l'installazione di 112 testate nucleari nel piccolo centro siciliano.

Per circa 2 anni questo video è stato "danneggiato" da youtube a causa di segnalazioni fasciste e giustizialiste (i fascio legalitaristi violacei) che hanno scomodato le normative sui diritti d'autore in materia (piu' berlusconiani di così....) di musica per  colpire il canale NunVeReggaeCchiù. Ma alla fine E$$I HANNO PERSO ed il video è tornato A BUON DIRITTO AD ESSERE ACCESSIBILE AI PIU' su youtube. A seguito della campagna "Uno ne chiudete, cento ne apriamo" il video fu appositamente rilanciato sul web, su altri canali e social network.

Le nuove generazioni non sanno assolutamente nulla dei fatti di Comiso. Girando su youtube si trovano riprese demenziali pseudobullistiche, cretinate immani o sottili campanilismi beceri.

Il videoclip è un mix di immagini note (a pochi) come quelle in bianco e nero, meno note quelle di alcuni giornali ed assolutamente inedite (quelle a colori).

Il video richiama l'attenzione sulle famose 3 giornate dell'Agosto 1983, quando il campo allestito nei pressi della base americana ospitò migliaia di giovani provenienti da tutta Europa e si diede vita ai 3 giorni di blocchi agli accessi della base missilistica.

Le immagini si susseguono in una inquietante cronologia... quasi a presagio di ciò che sta per accadere. E' suggerito seguire i titoli e commenti ed anche la conclusione. All'epoca non era neppure immaginabile internet e molte telecamere e macchine fotografiche furono sequestrate.

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Di Patrizia Pani (del 10/08/2011 @ 15:25:01, in dblog, linkato 3428 volte)

SINDROME BALCANI-QUIRRA.

La rapina di vita e salute.

La lotta dal basso lunga dieci anni di famiglie,associazioni di militari e comitati antimilitaristi della Sardegna,sorretta solo da pochissimi parlamentari(non Sardi!),ha strappato un risultato: la seconda commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito pone fine alla depistante diatriba sul nesso causa-effetto tra uranio/inquinamento bellico e sindrome Golgo/Balcani/Quirra;

equipara i poligoni ai teatri di guerra,le vittime civili alle vittime militari;

riconosce la responsabilità della Difesa e delle Forze Armate e rovescia su loro l’onere della prova.

I risultati della Commissione Parlamentare(2/2/2008) sono recepiti-tardivamente, dopo un anno – con il DPR 37/2009 che sancisce il diritto al risarcimento delle vittime e al contempo lo disciplina applicando l’Italico principio “fatta la legge fatto l’inganno” stanzia fondi irrisori e,soprattutto,fissa “il parametro oggettivo” della residenza nel raggio di km,1,5 dalle strutture militari riuscendo cosi ad escludere la grande maggioranza delle popolazioni contaminate dal Poligono di Quirra-Perdasdefogu e l’intera Teulada.

Non cessa d’indignare il cronico omertoso silenzio delle Istituzioni,della classe politica e dirigente della Sardegna.

 

Piano di monitoraggio del PISQ (Poligono Interforze Salto di Quirra) l’espediente del costo di euro 2,5 milioni per eludere responsabilità e sedare il popoloSardo.

 Il Piano è la controffensiva immediata( Dicembre 07) ai risultati della Commissione d’Inchiesta, la frenetica corsa ai ripari di Ministri della Difesa (Parisi, La Russa) e Stati Maggiori, la seconda mossa sono i decreti del 2010 che esonerano le Forze Armate dalle responsabilità penali,una sorta di lodo Alfano pro generali passato sotto indecente silenzio.

Lo scopo del Piano è dichiarato con ingenuo candore o estrema arroganza: ”Tranquillizzare (alias sedare narcotizzare) la popolazione locale nonché il personale del PISQ” “Acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il Poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza, eludere l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di Leucemie alterazioni genetiche che ha come epicentro il PISQ.

Forze Armate, Ministri della Difesa e Nato si arrogano e mantengono saldo il doppio ruolo, scandalosamente inossidabile di controllore e controllato, Giudice e parte in causa. Loro predispongono e gestiscono il Piano di Monitoraggio, di fatto un Piano d’acquisto di strumentazioni e connessi servizi di esame ambientale, un esame che non può dare risposte alla “Sindrome Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse Forze Armate e le cinque Ditte che si sono aggiudicate l’appalto Nato “ovviamente” non bisogna vedere i morti e i malati, pertanto si azzera disinvoltamente l’indagine sanitaria imposta dalla Legge che ha stanziato i 2,5 milioni per gli accertamenti (Finanziaria 07) e persino dai Decreti aggiuntivi del Piano.

 Gli specchietti per le allodole. Il coinvolgimento delle Autorità locali (Prov. Cagliari e Ogliastra, ASL 4 e 8, alcuni Sindaci e persino Gettiamo le Basi) propagandato come garanzia di democraticità e trasparenza, di fatto, è stato confinato alla possibilità di esprimere osservazioni, ovviamente di mero dettaglio e scarso o nullo ascolto del Piano di caratterizzazione preconfezionato.

La propaganda “procedura di evidenza Pubblica ” per selezionare cinque ditte fornitrici è stata gestita “in famiglia” da un agenzia Nato. A cose fatte si è nominata una Commissione Tecnica Mista di Esperti priva della possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche predisposte dai contratti appaltati.

La componente civile ( quattro persone prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari) ha respinto al mittente di validare servizi e forniture delle cinque ditte,ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente.

La patata bollente è passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari della ASL responsabili di cinquant’anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche teorie scientifiche salva Basi Militari, dall’asineria dell’arsenico killer di Quirra (ASL 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo rigorosamente “naturale” che abbonda nell’arcipelago Maddalenino, Base atomica USA fino al 2008 (ASL 1).

 

“Il diavolo fa le pentole non i coperchi”.

Qualcosa non è andato per il verso agognato e predisposto da Ministri e Generali.

Veleni di guerra a Baunei (Nu). La ditta vincitrice del lotto “determinazione radioattiva aereo dispersa” ha affidato la rilevazione delle nano particelle alla dott.ssa Antonietta Gatti che usa egregiamente i microscopi atti a ingrandire 120.000 e le ha trovate a Baunei prescelta come “bianco” punto di riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da inquinamento radioattivo da Poligono.

Non trova nano particelle,invece la multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico ( la SGS una partecipata FIAT l’affittuaria stabile del Poligono da mezzo secolo,presumibile corresponsabile della contaminazione) le cerca come da contratto con microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000.

Parrebbe che l’ARPAS si sia ancora accorta dell’inghippo.

 L’indagine dei Veterinari, scappata dai cassetti superblindati e approdata sui giornali e tv, ha scombussolato i giochi. L’esame delle matrici biologiche, ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, è stato il grimaldello che ha consentito l’indagine anamnestica. I veterinari della ASL, andando oltre il compito meramente esecutivo “di manovalanza” assegnato, hanno svolto con scrupolo la fondamentale indagine su greggi e allevatori di ovini.

I dati inoppugnabili e agghiaccianti confermano il numero esatto degli omicidi noti e monitorati dal 2001 dalla stampa e dalle associazioni di base,ostinatamente ignorati da “quelli che contano”. Il merito delle ASL, però non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile raccolta dati e verifica delle denunce popolari.

Il costo dell’indagine anamnestica non supera di molto il prezzo della benzina necessaria per un giro nell’area martoriata. Che si aspetta per estenderla almeno all’intera popolazione di Quirra e alle altre categorie a forte rischio (agricoltori, militari e famiglie residenti, i 145 dipendenti delle imprese che operano a Capo San Lorenzo ecc.) ?

 L’intervento della Procura. Le scontate rasserenanti conclusioni del monitoraggio-bidone sono state presentate il primo Febbraio 2011. E’ stato un flop! I dati di fatto portati alla luce dall’inchiesta della Procura di Lanusei hanno reso impresentabile e insostenibile l’immagine “scientifica” di lindo Poligono ecologico,danno una tinta ancor più cupa e minacciosa del quadro e della devastazione ambientale e sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001.

…….. e non cessa di fare nuove pentole

 “Il primo passo”.Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio made Difesa & Forze Armate sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità,però non dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non inferiore a quello del “primo passo”, Euro 2,5 milioni.

Chi e quando lo finanzierebbe?

Perché mai la collettività dovrebbe farsi carico di un indagine che oggettivamente implica la regressione nella diatriba infinita dell’indimostrabile nesso diretto causa-effetto?

Al momento l’opzione più gettonata dal ceto politico e l’indagine epidemiologica…. Sarebbe la terza con i crismi dell’ufficialità!

L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel tentativo, vano, di tranquillizzarci, di rimandare eternamente al futuro l’ora della verità,di rendere digeribili indagini farlocche, 7 su 8 delle precedenti respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione pubblica.

Il cosiddetto monitoraggio-durato 3 anni, dal 2007 al 2011- è il passo numero nove,la nona puntata della cinica ricerca infinita a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, eludere la priorità di fermare la strage in atto, dilazionare all’infinito l’unico intervento razionale possibile suggerito dal buon senso e imposto dalle norme Italiane e internazionali:

Deportazione o diaspora. La soluzione è ventilata a mezza voce. Impone cautela l’ecclatante effetto boomerang della proposta avanzata formalmente ai pescatori di Teulada del TRASFERIMENTO A VITA IN TUNISIA in graziose villette gentilmente regalate dall’esercito Italiano e dal Ministero della Difesa. Per la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”.

Uranio “impoverito”,Commissione parlamentare d’inchiesta num° 3.

Il presidente dell’attuale commissione, Rosario Costa, asserisce “la problematica vaccini rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”.

Con scarsa fantasia si ripropone il depistaggio tentato e fallito nel 2001,su vaccini,stress da guerra,benzene e quant’altro serva ad assolvere Ministri della Difesa e Stati Maggiori. Coerentemente la commissione ha scelto come consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale scientifico di Legambiente. Il suo studio del 2001 “prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo-Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati con l’uso di zampironi e insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e - abiezione massima - “sia pure con una certa reticenza,diversi soggetti hanno dichiarato di assumere superalcolici” alcuni persino una volta a settimana,altri una volta al mese ( pag. 41).

Ci ostiniamo a credere che il popolo Sardo abbia uno scatto di dignità e indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore delle colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina sedicenti umanitarie e democratiche.

Ne ha le capacità, con le sue sole forze ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina da Guerra USA.

Documento di Mariella Cao, Comitato Sardo Gettiamo le Basi.

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Esplosione alla centrale di Marcoule. Valori 500 volte più alti di quanto era stato ammesso inizialmente. EDF ha deliberatamente mentito minimizzando la portata delle emissioni.

Lunedi, 12 Settembre, alle 11:45, un'esplosione alla centrale nucleare di Marcoule, una struttura appartenente a EDF, aveva causato un morto ed altri feriti. Questo impianto contiene anche numerosi depositi di grandi quantità di rifiuti radioattivi e di movimentazione del combustibile MOX , plutonio.

Il 29 settembre, a seguito di una verifica, l'ASN ha rivalutato l'ammontare di 30 milioni di becquerel, a 500 volte più di quanto era stato segnalato. EDF ha deliberatamente mentito e riduce al minimo la portata dell'emissione.

Cifre sbagliate, o false, sulla radioattività dei rifiuti:

IL CRIIRAD AVEVA RAGIONE!

In un comunicato stampa del 30 settembre 2011 il CRIIRAD denuncia la sottovalutazione del rischio da parte dell'azienda e la connivenza, da parte degli esperti ufficiali.

Il 23 settembre scorso il CRIIRAD ha interpellato le autorità incaricate alla protezione dalle radiazioni e sicurezza nucleare, le Autorità di Sicurezza Nucleare, i Ministeri della salute, industria ed ecologia. Ha denunciato la segretezza degli elementi chiave del caso e la pubblicazione da parte dell' IRSN di un dato sorprendentemente basso (63 000 Bq) per l'attività di quattro tonnellate di rifiuti metallici presenti nel forno al momento dell'esplosione. Il CRIIRAD ritene che la valutazione sia «assolutamente incompatible» con il valore di 8,5 Sv/h che sarebbe stato riscontrato sul corpo della vittima dell'esplosione, José MARIN. Le informazioni sulle dosi vengono da una fonte indipendente, il CRIIRAD, pertanto il CRIIRAD è rimasto senza risposte e chiede chiarimenti.

[comunicato CRIIRAD del 23/09/11]

Mercoledì 28 settembre tramite il sito web della Dauphine Libere, il CRIIRAD viene a conoscenza delle dichiarazioni del Procuratore della Repubblica incaricato alle indagini, M. Robert Gelli, dichiarazioni che confermavano l'entità delle dosi riscontrate. Pertanto il CRIIRAD ha inviato ieri al Procuratore della Repubblica una lettera ufficiale sottolineando l'impossibilità di misurare un tasso di dose così elevato, se la contaminazione proviene da "rifiuti metallici leggermente contaminati" come sostengono l'ente gestore e l' IRSN e chiedendo che l'indagine preveda la realizzazione di una mappatura delle dosi analizzate in laboratorio al fine di stabilire l'effettiva attività di 4 tonnellate di rifiuti radioattivi.

[comunicato CRIIRAD del 29/09/11]

Il CRIIRAD ha appena appreso della nota informativa dell' ASN pubblicata ieri sul suo sito web, che indica «la prova che la sezione interessata dall'esplosione conteneva, al momento dell'incidente, un carico di circa 4 tonnellate di rifiuti ad una attività di 30 MBq e non 63 kBq come il gestore aveva inizialmente indicato». Questa nuova valutazione è 476 volte superiore a quella che è stata diffusa sin dal 12 settembre.

QUESTE INFORMAZIONI SOLLEVANO DELLE DOMANDE MOLTO PESANTI:

1. Sarebbe stata pubblicata questa rivalutazione se il CRIIRAD non avesse interpellato ufficialmente, tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, le varie autorità il 23 settembre?

2. Come è possibile che l'esperto di Stato, l'Istituto per la Protezione Radiologica e la Sicurezza Nucleare, che era presente nel sito e che non ha nulla in comune con quelli del CRIIRAD, abbia ripreso appieno la valutazione dell'operatore senza alcun sospetto? La cifra di 63 kBq è stata pubblicata il 12 settembre dall' IRSN senza alcuna correzione successiva.

3. Quale credibilità offrono, per l'auto-monitoraggio del gestore, i dispositivi di controllo essenziali per l'installazione di CENTRACO? Da 63 kBq a 30 MBq, la differenza non è del 10 o 20%, ma quasi 500 volte!

Ed è altamente improbabile che si tratti di una combinazione sfortunata di circostanze che l'esplosione sulla singola partita di rifiuti sia sottovalutata da parte del gestore. Ricordiamo che il CRIIRAD aveva studiato il piano per creare una istallazione a CENTRACO e una delle principali critiche mosse era il fatto specificamente incentrato sulla inaffidabilità del sistema di controllo dell'attività dei rifiuti.

Diviene pertanto lecito chiedersi, sostengono al CRIIRAD, se la CENTRACO non stia funzionando in completa violazione delle regole che la governano come la violazione di limiti di emissione per gli inquinanti radioattivi e sostanze chimiche in atmosfera e nel Rodano. Se le emissioni effettive sono 10 volte o 100 volte come riportato nei comunicati .

In ogni caso, l'operazione determinerà se la sottovalutazione dell'attività dei rifiuti è un'azione intenzionale dell'operatore o una mancanza di controllo dei materiali radioattivi utilizzati. Qualunque sia la spiegazione, la scoperta è di particolare preoccupazione.

Il CRIIRAD ha deciso quindi di presentare un ricorso in tribunale che sarà probabilmente confermato col prossimo Consiglio di Amministrazione dell'Associazione, previsto per il 14 ottobre.

L'obiettivo sarà quello di assicurare che tutte le responsabilità siano accertate:

l'esplosione ha causato la morte di un lavoratore. Un altro rimane in condizioni critiche.

RNA DIFFUSION - [Fonte: CRIIRAD/France] - http://www.criirad.org/actualites/dossier2011/marcoule/cp_centraco.pdf

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Di nonukes (del 16/10/2011 @ 14:30:55, in PER NON DIMENTICARE, linkato 1881 volte)

ANONYMOUS PEOPLE

Malgrado la convergenza verso Roma, organizzata attraverso bus e treni, da varie SIGLE, a Torino viene dato appuntamento per le 15 nella centralissima Piazza Castello. Nella mattinata vi era già stato un presidio sotto la sede di Banca d'Italia.

Uniche bandiere a sventolare quelle NO-TAV e striscioni e cartelli tutti rigorosamente anonimi. Attorno alle quattro fontane si radunano circa un migliaio di persone. Dopo un'oretta all'urlo di "corteo corteo" il corteo prende forma ed imbocca via Roma in direzione della stazione. Tamburi, suoni e imprecazioni contro un sistema economico, identificato come Sistema.

Si dica quel che si vuole... ma la cosa positiva rispetto alle manifestazioni pilotate da partiti e sindacati di un tempo, sempre volte ad avere come controparte le istituzioni ed i palazzi della politica... è che appunto in questo nuovo fenomeno si identifica il Potere Economico (nel caso recente quello "finanziario") come fonte di Mali e sofferenza sociale.  Ruolo dei politicanti è stato sempre quello di DEVIARE l'attenzione dai Veri Potentati. Solo qualche anno fa sarebbe stato INIMMAGINABILE prendere di mira il sistema bancario: la sbirraglia istituzionalizzata con i suoi servizi D'ORDINE... l'avrebbe impedito. 

Ma andiamo avanti. Imboccata via Roma la piccola folla inizia incredibilmente a crescere. In pochi minuti l'intero corso si trasforma in corteo e giunge nella vastissima Piazza San Carlo... dove la testa del Corteo, guidata anonimamente da quelli che possono essere solo giovanissimi studenti si dirige sotto la centralissima sede di BANCA INTESA - SAN PAOLO.

Cresce l'attenzione, la folla s'accalca... la piazza si riempie. Il rumore dei tamburi rimbomba e le urla ed imprecazioni contro questa Istituzione della Democrazia di Mercato si fanno forti e precise: "MAFIOSI" - "ASSASSINI".


Bene, benissimo. Un messaggio chiaro per i passeggiatori del sabato sorpresi dall'evento.

 

 

qui una sintesi video del passaggio sotto Banca Intesa :

Il corteo si ricompone e prende nuovamente la direzione di via Roma per poi dirigersi verso la sede di Equitalia e Banca D'Italia.

Sul percorso avviene un blocco del traffico dove un tram che pensava di passare comunque viene costretto a fermarsi ed i passeggeri costretti a scendere.

Dal megafono un invito ai passeggeri a "non imprecare" e a non prendersela con i manifestanti "anche perché presto un biglietto lo pagherete quanto un tram intero"... urla a mo' di sberleffo il megafono...

Il corteo si dirige quindi sotto la sede di Equitalia... che a Torino condivide un immenso stabile lussuoso che condivide con UNICREDIT. Volano alcune uova colorate (o marce che siano) che ridisegnano in stile Pollock l'austero portone di questi privati che fanno usura su mandamento dello Stato.

A poche centinaia di metri vi è poi la sede di Banca d'Italia... che è già presidiato da un cordone di polizia che impedisce di avvicinarsi al portone. La sosta obbligata con urla ed imprecazioni per poi dirigersi verso il punto di partenza di Piazza Castello per poi sciogliersi dopo aver girato una parte del centro.

Nessun incidente nessuna tensione.

Resta il fatto positivo che qualche migliaio di persone (fra cui molti giovanissimi) sono scesi in piazza su contenuti impensabili negli ultimi trent'anni. Come già fatto notare prima, Capipopolo e servizi d'ordine... in passato hanno sempre veicolato le proteste sotto la referenza politica. Era impensabile, un tempo, rivolgersi contro il Potere economico. Questa volta l'assenza di partiti ed affiliati di sistema (violacei o no che siano) oltre ad essere un fatto POSITIVO s'è fatta sentire.

Altra cosa POSITIVA. Per tutta la manifestazione la deriva monotematicamente "antiberlusconiana" tra slogan e megafonate non si è verificata. Massimo 30 secondi o un minuto. Per il resto temi globali di contrapposizione ad un modello economico che va ben oltre il berlusconismo. In questo senso il salto di qualità di questa esperienza può essere considerata in termini puramente anticapitalistici.

Resta invece un'amarezza. NON ignorabile. Qualunque fosse stato il senso o l'epilogo di questa manifestazione piemontese.

A pochi metri dalla manifestazione, nella centralissima, pedonale e chilometrica Via Garibaldi vi era un altro corteo immenso. Imponente, impressionante: quello dei passeggiatori del sabato sera e dello shopping. Totalmente ignari di quanto accadeva a pochi passi dietro qualche isolato...

NON solo. Sempre a pochi passi dalla manifestazione vi è il grande, grandissimo, mercato di Porta Palazzo... con una massa ancora piu' imponente, una folla spaventosissima di proletari, sottoproletari, precari, immigrati da tutto il mondo.

Questi manco sanno o hanno mai sentito nominare la parola "indignados"... totalmente ignari anche loro si accalcavano, come ogni giorno o come ogni sabato per cercar cibo fra le bancarelle (essendo inaccessibili i prezzi dei negozi e dei supermercati...). Un abisso di anni luce, forse incolmabile, rispetto alla consapevolezza di quel qualche migliaio in corteo.

Perché mai si continui a scappare dalla gente resta un mistero (ad esser buoni)... infondo la vera gente era lì e non si può certo dire che si è fatto qualcosa per coinvolgerla. Magari piu' in là....

Prometheo Ownerless

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Di nonukes (del 05/11/2011 @ 14:21:29, in Stragismo, devastazioni e saccheggi, linkato 2966 volte)

LA PIOGGIA DI UN ANNO IN POCHI ISTANTI

La catastrofe climatica esiste ed è determinata dall'attività "produttiva" umana.

 

Questo è il senso della realtà dei Dati di Fatto.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un imperversare di isterie criminali e negazioniste, sedicenti "dal Basso"... Basta osservare cosa propugnano ed a cosa fanno riferimento per capire le ragioni che stanno dietro al ruolo che si danno.

Non serve a nulla imprecare quando la frittata è fatta e prendersela magari con un sindaco... "facendo popolo"... quando si è dedicata l'intera vita all'ignoranza, alla sottovalutazione ed alla tolleranza nei confronti di chi ha sempre negato i Dati di Fatto.

La catastrofe climatica è riconosciuta, ormai, a livello internazionale e scientifico anche se la determinante economica e produttiva che regola le azioni ed i correttivi di Sistema ne ritarda, evidentemente, e ne posticipa, opportunisticamente, qualunque risposta strutturale, completa e preventiva.

Notoriamente a negare ciò, finché possono, abbiamo le multinazionali e la "scienzamarcia" (più che altro uffici di difesa ed avvocatura... a dir poco commercialistica.. dei grandi interessi che intendono perpetuare, fino ai limititi della sostenibilità, un modello produttivo che non ha mai avuto nulla da difendere, da parte dei più) e quella coltre collaborazionista, sgherra, notoriamente nazi fascista, che sotto l'equivoca e complottista sigla "no nwo" opera a difesa e sostegno delle multinazionali spacciando, sui marciapiede della rete, deliri negazionistici (di vario genere).

Non sappiamo se il continuo intensificarsi delle varie catastrofi sul pianeta, in costante incremento anche in Italia, saranno sufficienti ad aprire gli occhi ai più senza essere necessariamente colpiti, da subito, negli affetti più cari ....

Ma soprattutto è tempo di iniziare a prendere le distanze non solo dall' "attendismo" dei politici e quindi dei governi... ma soprattutto da quanti si danno, di corpo e di mente, al collaborazionismo : il negazionismo e la difesa dell'attuale "ordine mondiale"... (che poi è vecchio e stra vecchio... e nessuno è riuscito, MAI, a sovvertirlo... fin'ora...).

Occorre smascherare, isolare e smentire i collaborazionisti ed i collaborazionisti dei collaborazionisti... È ora di finirla con la vigliaccata della "buona fede".

"Global Warming Truth : The World is Warming (& We Are Causing It)"

Vi pare che questo possa essere il manifesto di lotta della BP? Del governo degli stati Uniti?

Ma per favore... lasciamo ai criminali depistatori, complottisti, certi deliri coerentemente ufologici (vista la merda SOVRANA che diffondono... ed a cui sono DIRETTAMENTE collegabili a qualsiasi livello). Isoliamo e combattiamo chi Di$informa per E$istere.

Ecco i Veri "NO-NWO" che operano, supportano e sostengono il Negazionismo:

American Petroleum Institute

US Chamber of Commerce

National Association of Manufacturers

Competitive Enterprise Institute

Industrial Minerals Association

National Cattlemen's Beef Association

Great Northern Project Development

Rosebud Mining

Massey Energy

Alpha Natural Resources

Southeastern Legal Foundation

Georgia Agribusiness Council

Georgia Motor Trucking Association

Corn Refiners Association

National Association of Home Builders

National Oilseed Processors Association

National Petrochemical and Refiners Association

Western States Petroleum Association

Aggiungiamoci le COSCHE legate al Super Capitalismo Russo ed all'ULTRA-capitalismo multinazionale Cinese, con i loro scopini rossobruni "no-nwo"... e "la quadra"... si chiude.

RNA ha diffuso, in questi anni, nell'ambito delle iniziative "DON'T NUKE THE CLIMATE" preziosi documenti che altrimenti NON avrebbero mai trovato spazio in Italia: lo ha fatto traducendo documenti diffusi NON solo sul web... ma tramite interventi diretti sul territorio: da Nord a Sud, nelle scuole.

Lo ha fatto nel totale isolamento, ricercato, uscendo fuori da ogni "coordinamento" corrotto. Interferendo in modo autonomo. Realizzando grazie a poche unità di individualità, disposte anche a rischiare la vita, interventi che nessuna altra organizzazione mantenuta coi soldi dello stato (e di sponsor nucleari...) ha fatto.

Ora è tempo di creare un fronte di Lotta e di Legittima Difesa intransigente, non collaborazionista. Non di cazzuti deliri nazionalitari o fessamente corporativi o localistici... ma di difesa dai crimini dell'attività produttiva. In barba a qualsiasi "appello" di "unità NAZIonale" e di "sviluppo o "ripresa" (quale sviluppo ?) - Difesa della qualità della vita, della sostenibilità in attesa di una sovversione necessitata degli attuali equilibri e dei rapporti di forza.

RNA si è distinta per essere l'unica entità che coniuga resistenza ambientalista contro le produttività NOCIVE con la messa in discussione del modello di produzione borghese e dei rapporti di forza Capitale-Salario. Facendolo oltretutto al di fuori degli schieramenti e del mercato usuraio e criminale della democrazia di mercato.

Sarebbe ora che chi è cosciente di tutto questo la smettesse di rendersi complice, anche indirettamente, e di schierarsi in modo pragmatico ed attivo abbandonando quanto si è reso strumentalizzabile, manipolabile ed inglobabile DA SEMPRE.

RNA - Rete Nazionale Antinucleare

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