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Frutti di mare e molto altro contaminati da diossine e PCB nel Mar Piccolo di Taranto

 

Il 14 gennaio 2011 a Taranto si è svolta alle ore 12 presso l'Istituto Cabrini la conferenza stampa per la presentazione delle analisi commissionate dal Fondo Antidiossina Taranto ONLUS.

 

FONDO ANTIDIOSSINA E PEACELINK ASSIEME. La conferenza stampa è stata organizzata dal Fondo Antidiossina Taranto con la collaborazione di PeaceLink. Per le due associazioni hanno partecipato i rispettivi presidenti: Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti. Il Fondo Antidiossina Taranto è una onlus che in questi mesi ha raccolto donazioni per monitorare l'inquinamento da diossina. Dopo aver fatto analizzare il latte materno (indagine ancora in corso) e le lumache locale, il Fondo Antidiossina si è rivolta al mare.

LE ANALISI. Il Fondo Antidiossina Taranto ha fatto analizzare alcuni molluschi del Mar Piccolo presso il laboratorio INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l'Ambiente) di Venezia, un centro altamente specializzato, con una lunga tradizione nel campo delle diossine. Le analisi hanno riguardato i frutti di mare e hanno evidenziato un superamento dei valori di legge per le diossine e i policlorobifenili (PCB).

L'AMBITO DI INDAGINE. E' bene precisare che si tratta di prelievi di frutti di mare da fondali nel Mar Piccolo di Taranto. LE ANALISI NON RIGUARDANO, QUINDI, I MITILI DI ALLEVAMENTO SU PALO E SU GALLEGGIANTE LONG-LINE che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina non è idrosolubile. Può essere assorbita dai molluschi se i fondali inquinati vengono smossi, essendo organismi filtratori di acque torbide capaci di trattenere il particolato in sospensione nell'acqua.

I MOLLUSCHI. I frutti di mare analizzati sono:
- ostriche
- cozze San Giacomo
- cozze di fondale e “cozze pelose”

I RISULTATI. I valori emersi superano i limiti di legge. Infatti diossine e PCB raggiungono i 13,5 picogrammi per grammo quando la legge fissa un limite di 8. C'è uno sforamento quindi del +69%.

FRUTTI DI MARE BATTONO PECORINO. Nella conferenza stampa è stato compiuto un raffronto fra i “frutti di mare alla diossina” (del Fondo) e il “pecorino alla diossina” (di PeaceLink). Nel marzo del 2008 PeaceLink scoprì in un pecorino locale valori di diossine e PCB superiori ai limiti di legge (19,5 picogrammi per grammo di materia grassa, quando il limite è 6). Il raffronto fra pecorino e frutti di mare di fondale ha evidenziato una maggiore contaminazione dei frutti di mare presi dal fondale del Mar Piccolo, in quel sito.

PECORINO. Pecorino di PeaceLink: quantitativo di diossine e PCB pari a 975 picogrammi per 100 grammi di formaggio. Si superava la dose tollerabile giornaliera di quasi 7 volte per un uomo di 70 chili e di quasi 10 volte per una donna di 50 chili.

FRUTTI DI MARE. Nel campione di frutti di mare si va ben oltre raggiungendo addirittura 1314 picogrammi di diossine e PCB per 100 grammi. Mangiando 100 grammi di questi molluschi si supera di 9 volte la dose tollerabile giornaliera di diossine e PCB se consideriamo una persona del peso di 70 chili. Una donna di 50 chili invece supera di 13 volte la dose tollerabile giornaliera”.

I PERICOLI. Queste sostanze si bioaccumulano nell'organismo, costituendo un rischio non solo cancerogeno ma anche genotossico. Hanno cioè il potere di modificare il Dna che viene trasferito ai figli. Diossine e PCB dei mitili possono passare alle orate e ai saraghi si nutrono delle cozze del fondale. Il passaggio da un organismo all'altro è il fenomeno della “biomagnificazione”. Si affianca a quello di bioaccumulazione nell'uomo, per ciò che ci riguarda.

TUTELARE I MITILICOLTORI. I relatori hanno evidenziato che lo scopo delle indagini svolte è quello di puntare alla tutela del mare e non di penalizzare i mitilicoltori, che invece vanno supportati adeguatamente perché possano svolgere le loro attività in un ecosistema non inquinato e non contaminato.

MAPPARE PER TUTELARE. Strategica è pertanto l'informazione in modo che possa essere mappato il fondale, individuando aree di sofferenza e fonti di inquinameno.

INDENNIZZARE. I mitilicoltori vanno inoltre indennizzati economicamente per i danni subiti, portando a Taranto gli interventi di sostegno economico del governo previsti per la mozzarella di bufala. La diossina è “calamità” che deve trovare alleati gli allevatori di pecore e capre e gli allevatori di frutti di mare. La politica deve fare la sua parte come pure lo Stato.

POSITIVITA' DELL'INIZIATIVA. I dati sono stati presentati non con lo scopo di creare allarme ma di fornire alle autorità competenti, in primo luogo Arpa e Asl, uno stimolo perché svolgano indagini ancora più approfondite.
Abbiamo appreso che La Procura della Repubblica di Taranto, già nelle ore scorse,  ha incaricato la Capitaneria di Porto di raccogliere informazioni. Non è esclusa l'apertura di un nuovo fascicolo per inquinamento ambientale.

NUOVO APPUNTAMENTO. Il Fondo Antidiossina Taranto ha annunciato che mercoledì prossimo convocherà una conferenza in cui interverrà il dottor Stefano Raccanelli, Direttore Laboratori Microinquinanti Organici del Consorzio Interuniversitario Nazionale di Venezia,  uno dei massimi esperti italiani nel settore. La conferenza potrà essere seguita in tempo reale e da tutti in streaming tv, tramite la rete Internet.  

 
Fabio Matacchiera
Presidente Fondo Amtidiossina Taranto

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink